La Nuova Sardegna

Oristano

Piscina, un tuffo nell’incertezza

di Davide Pinna
Piscina, un tuffo nell’incertezza

Pubblica la delibera con cui il Comune spiega i motivi che hanno portato alla risoluzione del contratto

04 dicembre 2021
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ORISTANO. Dopo mesi di retroscena, ipotesi e silenzi, è possibile ricostruire passo per passo i momenti che hanno portato prima alla chiusura della piscina comunale, poi alla cessazione, questa settimana, del contratto di gestione, che sarebbe dovuto scadere nel 2046, fra il Comune e il raggruppamento composto dalla impresa edile Raffaello Pellegrini e dalla società sportiva Acquasport. Un confronto cominciato molto prima di quanto si pensasse, esattamente a giugno del 2020, e che ha visto anche un atto forte, da parte del Comune, che il 28 settembre 2021 aveva inviato al gestore una diffida formale a riaprire la struttura con tanto di messa in mora. Quella procedura però venne sospesa, dato che le trattative andavano nella direzione di una risoluzione consensuale del contratto che ha comportato una spesa, per il Comune, di 140mila euro. Scelta giustificata dall’amministrazione comunale con la volontà di evitare un contenzioso giudiziario.

Il primo passo. La crisi comincia più di un anno fa, il 4 giugno 2020, quando le due società inviano al Comune una nota in cui chiedono di attivare il procedimento di riequilibrio economico-finanziario della concessione, spiegando che la crisi pandemica ha generato gravi problemi, soprattutto a causa della chiusura imposta dalle norme. A novembre dell’anno scorso si riunisce poi la commissione paritetica, composta da tecnici del Comune e delle due ditte, che esprime un parere favorevole su un ampliamento della concessione per tre anni, ma si dichiara incompetente per quel che riguarda il contributo economico richiesto all’ente locale. Una richiesta evidentemente fuori dalla portata del Comune: 285mila euro. Passa un anno senza scambi ufficiali fra l’ente locale i gestori, con la piscina che intanto resta chiusa, salvo una breve parentesi nell’autunno 2020.

Luglio 2021. A luglio di quest'anno arriva in Comune una comunicazione dello studio legale ligure Bolognini Juarez, in cui viene chiesto di definire una volta per tutte il procedimento di riequilibrio e viene ridimensionato il contributo richiesto, che scende a 210mila euro. Dopo un mese e mezzo gli uffici girano la richiesta alla Commissione Paritetica, che però si dichiara incompetente. Intanto in città ci si è resi conto da qualche settimana che qualcosa non va, la piscina non riapre e le spiegazioni ufficiali scarseggiano da tutti gli attori in gioco: in molti iniziano a sospettare che il problema potrebbe durare a lungo. A fine mese parte la diffida del Comune, con tanto di messa in mora del gestore, ma il procedimento non va avanti.

L’autunno caldo. L’11 e il 28 ottobre le parti si incontrano a Oristano e le due società propongono al Comune di sciogliere anticipatamente e consensualmente il contratto «a seguito delle difficoltà manifestate dal gestore a causa dei mutati e imprevedibili assetti interni ed esterni dell’attività, dovuti alla situazione pandemica, tali da non garantire regolarità e continuità dei servizi affidati». Gli uffici si mettono a valutare la proposta e fanno i conti: il raggruppamento aveva contribuito con 240mila euro alla ristrutturazione della piscina, costati in totale 1 milione e 600mila euro. Compensando debiti e crediti e calcolando l’ammortamento delle opere realizzate, gli uffici stimano un debito da parte del Comune pari a 152mila euro.

I 140mila euro. In un ultimo incontro, le parti concordano di portare la cifra a 140mila euro e si impegnano a rinunciare a qualsiasi altra pretesa, anche di natura risarcitoria. Arriva il parere positivo dell’ufficio legale e la scelta viene giustificata con due ragioni fra loro connesse: da un lato evitare un possibile contenzioso che durerebbe chissà quanto, dall’altro riappropriarsi il prima possibile della piscina, per cercare di riaprirla tramite un affidamento diretto e temporaneo in attesa di una gara pubblica. Il Comune dovrà pagare entro il 20 gennaio, in un’unica soluzione. Nel frattempo si è aperta la caccia la nuovo gestore, ma non sarà facile.

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