La Nuova Sardegna

Oristano

omicidio colposo 

Morì dopo l’intervento chirurgico, condannata un’altra dottoressa

Morì dopo l’intervento chirurgico, condannata un’altra dottoressa

ORISTANO. Fu colpa medica e, così, anche la dottoressa Monica Perra è responsabile della morte del paziente di Arborea Massimo Cenedese, deceduto all’ospedale di Sassari dopo un intervento chirurgico...

28 gennaio 2022
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ORISTANO. Fu colpa medica e, così, anche la dottoressa Monica Perra è responsabile della morte del paziente di Arborea Massimo Cenedese, deceduto all’ospedale di Sassari dopo un intervento chirurgico effettuato alla Casa di Cura Madonna del Rimedio. La sentenza di condanna in primo grado, l’unica avvenuta con il rito ordinario, è stata pronunciata dal giudice monocratico Marco Mascia che ha così accolto la richiesta del pubblico ministero Andrea Chelo, rivedendo la pena finale. L’accusa aveva sollecitato nove mesi, il giudice ne ha comminato otto con sospensione condizionale della pena.

Il reato contestato era quello di omicidio colposo, generato da un errore medico. Nel 2015, il paziente di 43 anni aveva subito un intervento chirurgico per la rimozione di un polipo vicino alla cistifellea. Doveva essere un’operazione quasi di routine, invece il bisturi perforò l’intestino e Massimo Cenedese morì per setticemia qualche giorno dopo all’ospedale di Sassari, dove fu trasferito per tentare un disperato intervento salvavita. Le condizioni di salute erano però ormai irreversibilmente compromesse: di fronte al peggioramento del paziente nei giorni successivi all’intervento e alle sue continue richieste di soccorso, nessuno dei medici che lo visitarono fu in grado di notare quella lesione che lo portò alla morte.

Per quell’episodio erano stati già giudicati altri tre medici che avevano svolto l’intervento chirurgico o ebbero modo di valutare lo stato di salute di Massimo Cenedese. Dapprima ci fu il patteggiamento a otto mesi del primario del reparto di chirurgia della clinica, il dottor Angelino Gadeddu. Quindi fu condannata in primo grado con rito abbreviato e poi in appello la dottoressa Giuliana Casula. Fu invece prosciolto al termine del rito abbreviato il dottor Roberto Pisanu. Ad attendere il giudizio era rimasta la dottoressa Monica Perra (difesa dall’avvocato Paolo Loria). Incassata la condanna, al termine dell’udienza, la dottoressa ha annunciato appello, spiegando che la sua stessa difesa non ha prodotto una perizia del medico legale Francesco Paribello che la scagionerebbe. Sarà quindi materia per il secondo grado di giudizio, mentre ieri, oltre alla sentenza di condanna, il giudice ha anche stabilito una provvisionale a parziale risarcimento del danno: 30mila euro andranno alla moglie Ursula Tomasi, 20mila a ciascuno dei due figli di Massimo Cenedese. Il giudice ha anche ribadito le responsabilità di colpa civile da parte della Casa di Cura Madonna del Rimedio, ma anche questo, così come la reale entità del risarcimento per il danno subito, è un aspetto che andrà esaminato nella causa civile intentata dai parenti di Massimo Cenedese attraverso gli avvocati Edoardo Vassallo, Valerio Martis ed Ezio Ullasci.

Enrico Carta

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