«Questa non è Sartiglia, si faccia la corsa alla stella»
di Enrico Carta
Legacoop chiede un atto di coraggio al Comune: via Duomo con turisti e giovani Il confronto coi carnevali di Venezia e Viareggio che si svolgeranno interamente
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ORISTANO. Che piaccia a pochi è palese. Più che altro, in città, si cerca di farsi piacere l’edizione in formato ridotto della Sartiglia. Fossimo in pittura sarebbe un’impressione di Sartiglia, giusto qualche pennellata – vestizione, sfilata dei cavalieri, incrocio delle spade e poi tutti a casa – che ne richiami la forma. Però si fa fatica ad accettare quella parvenza di giostra ipotizzata, tanto che ieri, per la prima volta in modo netto, si è palesata una voce di forte dissenso con quanto il Comune, in costante contatto con prefettura e questura, sta mettendo assieme. La voce è anzi doppia ed è quella del presidente regionale e del presidente oristanese di Legacoop.
Claudio Atzori e Gabriele Chessa inviano una lettera alla stampa, ma è chiaro che l’indirizzo è un altro ovvero piazza Eleonora, sede della giunta comunale e che i destinatari sono il sindaco e i suoi assessori. La lettera parte da un presupposto: «Visto il calo dei contagi e dei ricoveri in tutto il Paese, visto il programma di riaperture impostato dal governo nazionale, chiediamo si possano rivedere le scelte già adottate per provare a costruire insieme, in extremis, una Sartiglia possibile,oltre che sostenibile. Neanche noi immaginiamo una Sartiglia così come l’abbiamo vissuta per tanti anni, con tutti i suoi rituali e il suo spettacolo, ancor meno con l’abituale vastissima cornice di pubblico nei suoi percorsi. Non troviamo però che la proposta del Comune sia coerente con uno scenario sanitario, sociale e normativo profondamente cambiato rispetto allo scorso anno».
Quel che stride agli occhi dei vertici di Legacoop è che, ad esempio, a Venezia e Viareggio per prendere in considerazione i due carnevali più famosi d’Italia, tutto si svolgerà come se la pandemia fosse alle spalle. È il motivo per cui Claudio Atzori e Gabriele Chessa sostengono: «Non svolgere la Sartiglia o farlo nella forma annunciata, sia un messaggio di rassegnazione. Ne servirebbe invece uno di speranza, verso i ragazzi in primis, verso la città e le attività economiche che ne possono trarre beneficio. Chiediamo al Comune di valutare la possibilità che la Sartiglia si possa svolgere, seppure in forma ridimensionata, così come le altre manifestazioni nazionali».
La proposta sul tavolo è assai chiara: «Fate scelte coraggiose, che portino a una Sartiglia sicura, ma che sia davvero tale. Si può rinunciare allo spettacolo delle pariglie di Via Mazzini, mantenendo nella sua interezza la corsa alla stella di via Duomo, riducendo il numero degli spettatori ai soli entro i 30 anni e ai turisti che pernotterebbero nelle strutture ricettive del territorio. I Giovani sono coloro che forse hanno patito di più questi due anni, coloro ai quali ormai da troppi anni il futuro appare negato, motivo per cui non si può negare anche questo presente».
Come gestire il tutto? «Basterebbe chiudere le vie adiacenti a Via duomo e la stessa piazza Eleonora – prosegue la lettera –, predisponendo ingressi in pochi punti, con la misurazione della temperatura ed il controllo del green pass e magari con anche l’obbligo della mascherina pur ormai abolito dall’11 febbraio. Sarebbe anche una straordinaria occasione per rivitalizzare le attività produttive, per rivivere un momento di economia normale e la Sartigliedda si potrebbe invece riservare alle scuole per le fasce d’età entro i 15 anni o con il normale accompagnamento dei genitori». Poi la mano tesa verso il Comune: Legacoop è pronta a collaborare pr cambiare rotta. Il tempo ancora c’è.
Claudio Atzori e Gabriele Chessa inviano una lettera alla stampa, ma è chiaro che l’indirizzo è un altro ovvero piazza Eleonora, sede della giunta comunale e che i destinatari sono il sindaco e i suoi assessori. La lettera parte da un presupposto: «Visto il calo dei contagi e dei ricoveri in tutto il Paese, visto il programma di riaperture impostato dal governo nazionale, chiediamo si possano rivedere le scelte già adottate per provare a costruire insieme, in extremis, una Sartiglia possibile,oltre che sostenibile. Neanche noi immaginiamo una Sartiglia così come l’abbiamo vissuta per tanti anni, con tutti i suoi rituali e il suo spettacolo, ancor meno con l’abituale vastissima cornice di pubblico nei suoi percorsi. Non troviamo però che la proposta del Comune sia coerente con uno scenario sanitario, sociale e normativo profondamente cambiato rispetto allo scorso anno».
Quel che stride agli occhi dei vertici di Legacoop è che, ad esempio, a Venezia e Viareggio per prendere in considerazione i due carnevali più famosi d’Italia, tutto si svolgerà come se la pandemia fosse alle spalle. È il motivo per cui Claudio Atzori e Gabriele Chessa sostengono: «Non svolgere la Sartiglia o farlo nella forma annunciata, sia un messaggio di rassegnazione. Ne servirebbe invece uno di speranza, verso i ragazzi in primis, verso la città e le attività economiche che ne possono trarre beneficio. Chiediamo al Comune di valutare la possibilità che la Sartiglia si possa svolgere, seppure in forma ridimensionata, così come le altre manifestazioni nazionali».
La proposta sul tavolo è assai chiara: «Fate scelte coraggiose, che portino a una Sartiglia sicura, ma che sia davvero tale. Si può rinunciare allo spettacolo delle pariglie di Via Mazzini, mantenendo nella sua interezza la corsa alla stella di via Duomo, riducendo il numero degli spettatori ai soli entro i 30 anni e ai turisti che pernotterebbero nelle strutture ricettive del territorio. I Giovani sono coloro che forse hanno patito di più questi due anni, coloro ai quali ormai da troppi anni il futuro appare negato, motivo per cui non si può negare anche questo presente».
Come gestire il tutto? «Basterebbe chiudere le vie adiacenti a Via duomo e la stessa piazza Eleonora – prosegue la lettera –, predisponendo ingressi in pochi punti, con la misurazione della temperatura ed il controllo del green pass e magari con anche l’obbligo della mascherina pur ormai abolito dall’11 febbraio. Sarebbe anche una straordinaria occasione per rivitalizzare le attività produttive, per rivivere un momento di economia normale e la Sartigliedda si potrebbe invece riservare alle scuole per le fasce d’età entro i 15 anni o con il normale accompagnamento dei genitori». Poi la mano tesa verso il Comune: Legacoop è pronta a collaborare pr cambiare rotta. Il tempo ancora c’è.