La Nuova Sardegna

Oristano

Dragaggio del porto di Torregrande servono sei milioni

di Davide Pinna
Dragaggio del porto di Torregrande servono sei milioni

Il progetto definitivo attende il via libera dal Mite Previsto un anno di lavori, il fondo tornerà a -3 metri

05 marzo 2022
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ORISTANO. Sei milioni di euro e 320 giorni di apertura del cantiere. Sono questi i costi e i tempi preventivati dalla società MarTech, incaricata dal Comune di predisporre il progetto per il dragaggio e la riqualificazione del porto turistico e pescatori di Torregrande. I documenti sono stati inviati dal Comune al Ministero della Transizione Ecologica il 14 febbraio scorso, con lo scopo di ottenere una valutazione preliminare sull'iter che dovrà seguire il progetto necessario per ripristinare la profondità di 3 metri all'interno del bacino. Una misura necessaria per consentire l'accesso alle imbarcazioni di medie e grandi dimensioni, che al momento non possono accedere in sicurezza all'infrastruttura a causa dell'insabbiamento del fondale. Il primo marzo è arrivata la risposta degli uffici romani, che hanno stabilito la necessità di andare avanti con il procedimento di verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale. In sostanza, si tratta di una procedura preliminare, attraverso cui gli uffici valuteranno la rilevanza delle conseguenze ambientali del progetto: al termine dell'analisi, il Ministero deciderà se le possibili conseguenze siano tali da meritare uno studio più approfondito – la valutazione d'impatto ambientale vera e propria – o se il progetto potrà essere autorizzato direttamente, con una serie di prescrizioni. Fra le considerazioni che hanno portato a questa scelta il fatto che il porticciolo ricade nell'area Sic “Stagno di Mistras di Oristano” e la presenza di praterie di posidonia oceanica.

La decisione del Ministero dovrebbe arrivare entro 90 giorni dalla presentazione dell'istanza da parte del Comune. Per quel che riguarda il progetto, l'aspetto più rilevante è certamente il dragaggio di 90 mila metri cubi circa di fanghi dal fondale del porticciolo di Torregrande, con lo scopo di ripristinare la profondità originaria di 3 metri, che negli ultimi decenni è scesa a 1,5 metri. Le analisi effettuate dai progettisti hanno stabilito che il materiale può essere qualificato come rifiuto non pericoloso, riducendo di gran lunga i costi per il trasferimento in discarica: quelle autorizzate a ricevere questo tipo di materiale dovrebbero trovarsi in Sardegna, entro un raggio di 70 chilometri da Torregrande. I fanghi saranno depositati in una grande area a ridosso del porticciolo e qui saranno trattati giorno e notte, per accelerare i tempi e ridurre i disagi sugli utenti del porticciolo e l'impatto sugli habitat circostanti. Ultimate le procedure di smaltimento dei fanghi, l'area di stoccaggio e trattamento verrà riportata alle condizioni originarie. Il progetto non comprende solo l'intervento di dragaggio: è prevista anche la sostituzione di quasi tutti i pontili galleggianti della struttura. Ne verranno installati 26, 5 nella darsena a Nord e 21 nella darsena a Sud. Al termine dei lavori, è prevista una riorganizzazione degli spazi e la delimitazione precisa delle aree riservate ai pescherecci e ai diportisti. L'opera è fondamentale per il rilancio del porticciolo di Torregrande, ma la decisione del Ministero non è l'unica incognita: l'amministrazione comunale dovrà lavorare anche per trovare i 6 milioni di euro necessari per mandare in appalto i lavori.

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