La Nuova Sardegna

Oristano

le reazioni 

«Non solo un problema di droga, ma certi segnali sono chiari»

di Maria Antonietta Cossu

GHILARZA. La comunità si scopre vulnerabile. È stata colpita al cuore prima dalla cieca violenza con cui è stata soppressa una vita, poi dalla scoperta che a infierire contro un uomo indifeso fossero...

10 marzo 2022
3 MINUTI DI LETTURA





GHILARZA. La comunità si scopre vulnerabile. È stata colpita al cuore prima dalla cieca violenza con cui è stata soppressa una vita, poi dalla scoperta che a infierire contro un uomo indifeso fossero stati i suoi compaesani, figli della stessa comunità. Un paese ferito, ma desideroso di reagire, come ha dimostrato la massiccia partecipazione alla fiaccolata organizzata nel ricordo di Tonino Porcu per condannare ogni forma di sopraffazione.

Il passo successivo sarà quello di andare alla radice del problema e di produrre gli anticorpi necessari per neutralizzarlo e prevenirlo. «Prendere consapevolezza di un problema non significa però che la nostra sia una società malata, perché non lo è», sostengono il parroco e il sindaco del paese. «Non esiste una società perfetta e pensare che in una comunità non ci siano le mele marce è utopia – sostiene Stefano Licheri –. Come avviene da qualunque altra parte, la maggioranza dei cittadini vive nel rispetto del prossimo e delle regole, campa del proprio lavoro e si mette a disposizione degli altri. Ciò detto, certi segnali non vanno sottovalutati, non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare a lavorare nella costruzione di un tessuto sociale sano».

La domanda è come farlo. «Più della droga o della mancanza di lavoro, certe devianze derivano dai messaggi della società. I modelli proposti possono spingere a desiderare sempre di più e, in qualche caso, a superare i limiti per ottenerlo. Tutto questo contrasta con la cultura, la scuola e l’associazionismo», spiega Licheri ricordando che in paese: «Sono presenti tutti i gradi di istruzione, compresi i corsi per adulti. Inoltre, operano 56 associazioni sportive, sociali e culturali che coinvolgono un numero incredibile di giovani. Dobbiamo sostenere queste iniziative, perché le famiglie, la scuola, la chiesa e la rete del volontariato hanno sempre lavorato bene».

Ancor più intransigente il parroco Padre Paolo Contini: «Non esiste un allarme sociale, ma ci sono delle cose su cui sarebbe bene fermarsi a riflettere. Una di queste è il senso di insicurezza che avvertono gli anziani. Non si sentono tutelati e forse ci sarebbe bisogno di un monitoraggio più serio. Ghilarza ha tanti punti di forza, ma deve stare attenta che alcune fragilità non inficino il resto. Se in tre anni sono stati commessi due crimini così gravi da sei ragazzi sotto i trent’anni, qualcosa ci dice che dovremmo investire di più sui giovani, fare prevenzione, che è la cura più efficace. In questo stanno svolgendo un ruolo importante le associazioni sportive. La comunità deve predisporsi al confronto senza paura di scoprire che qualcosa non va».

L’ultima riflessione è sui risvolti del delitto. «È un dramma di tutti, ci sono due famiglie distrutte», ha commentato il sindaco. Sono entrambe vittime – ha detto padre Contini –, i parenti di Tonino vivono nel dolore e i genitori dei ragazzi arrestati sono entrati in un orribile tunnel senza averne colpa».

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative