Rebus assessori per il nuovo sindaco di Oristano
di Davide Pinna
Fratelli d’Italia ne vuole tre, l’Udc due, uno per tutti gli altri. Problema Riformatori che così restano senza deleghe
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ORISTANO. È la soddisfazione il minimo comune denominatore fra i partiti del centro destra. Le celebrazioni stanno però per lasciare il posto alle trattative per la composizione della giunta e, sullo sfondo, cominciano a vedersi le linee di tensione. La palma di primo partito è andata a Fratelli d’Italia, con il 13,52% e quasi 1.900 preferenze. «Il miglior risultato di sempre del nostro partito, nei centri sopra i 15mila abitanti in Sardegna – commenta il coordinatore provinciale Francesco Mura –. Cinque anni fa avevamo raccolto 241 voti». Sulla giunta, Francesco Mura ancora non si sbilancia: «Non faremo ragionamenti sui calcoli, ma sul merito». In ogni caso, secondo le indiscrezioni raccolte in questi giorni, il partito punterebbe a piazzare tre assessori e non farà rinunce per garantire una seconda poltrona ai Riformatori, partito del sindaco appena eletto.
È felice anche Andrea Santucciu, coordinatore proprio dei Riformatori e regista dell’operazione che ha portato alla candidatura vincente di Massimiliano Sanna. Sulla giunta, però, preferisce giocare a carte coperte: «Attendiamo la proclamazione degli eletti, poi si comincerà a discuterne col sindaco e la coalizione». I Riformatori puntano a riscuotere un assessorato, sebbene questo non fosse previsto dai patti elettorali. In particolare piace la casella dei Servizi sociali con l’uscente Carmen Murru, che tra l’altro è la consigliere più votata con 468 preferenze. Gli altri partiti però non sembrano disposti a fare alcuna concessione e sostengono che, esprimendo il sindaco e avendo piazzato tre soli consiglieri, i Riformatori abbiano già esaurito le carte.
Il terzo posto regala sorrisi anche al segretario cittadino dell'Udc, Michele Piredda: «È un risultato molto positivo. L’Udc ha diritto a due assessorati e proporrà il primo e il secondo dei non eletti, Antonio Franceschi e Giovanna Bonaglini». Il coraggio non manca visto che sono anche i primi nomi che vengono ufficialmente messi in campo.
Il quarto partito della coalizione è Sardegna Venti20. Forte del 7,88% al suo esordio alle comunali, ha il quoziente per un assessorato. Roberto Pisanu e Giuliano Uras sono i due consiglieri eletti, ma potrebbero anche stare alla finestra e il partito decidere di indicare un esterno.
Per quel che riguarda il Psd’Az, quinta forza della coalizione, il segretario cittadino Simone Prevete evidenzia la crescita in cinque anni: «Siamo passati da 250 voti a 1.097, il partito è cresciuto e si è radicato fortemente in città. C’è sempre spazio per migliorare, ma è una base di partenza ottima». Sul piano della giunta, i sardisti per ora restano al coperto: «Ci riuniremo in questi giorni per definire la linea».
Al sesto posto, col 6,22 per cento, si è piazzata Forza Italia, notevolmente ridimensionata rispetto al 2017, quando raccolse il 14,8 per cento e 2.351 voti. «Siamo soddisfatti, ma ci aspettavamo di più – spiega il più votato, Luigi Mureddu, che ha raccolto 378 preferenze –. Purtroppo, il voto di genere non è stato ancora ben capito dall’elettorato e la nostra lista, composta da quattordici donne, non è stata premiata da questo meccanismo». Mureddu si mette a disposizione per la composizione della giunta: «Cinque anni fa, decisi di fare esperienza in Consiglio e affinare la mia conoscenza dei meccanismi amministrativi: i miei elettori non ne furono troppo contenti, ma era giusto. Stavolta, mi rendo disponibile».
Restano fuori dal Consiglio, per ora, i Popolari Europei, ma bisogna attendere la proclamazione degli eletti: al movimento guidato da Attilio Dedoni, mancano appena ventidue voti per ottenere uno dei due seggi assegnati a Forza Italia.
È felice anche Andrea Santucciu, coordinatore proprio dei Riformatori e regista dell’operazione che ha portato alla candidatura vincente di Massimiliano Sanna. Sulla giunta, però, preferisce giocare a carte coperte: «Attendiamo la proclamazione degli eletti, poi si comincerà a discuterne col sindaco e la coalizione». I Riformatori puntano a riscuotere un assessorato, sebbene questo non fosse previsto dai patti elettorali. In particolare piace la casella dei Servizi sociali con l’uscente Carmen Murru, che tra l’altro è la consigliere più votata con 468 preferenze. Gli altri partiti però non sembrano disposti a fare alcuna concessione e sostengono che, esprimendo il sindaco e avendo piazzato tre soli consiglieri, i Riformatori abbiano già esaurito le carte.
Il terzo posto regala sorrisi anche al segretario cittadino dell'Udc, Michele Piredda: «È un risultato molto positivo. L’Udc ha diritto a due assessorati e proporrà il primo e il secondo dei non eletti, Antonio Franceschi e Giovanna Bonaglini». Il coraggio non manca visto che sono anche i primi nomi che vengono ufficialmente messi in campo.
Il quarto partito della coalizione è Sardegna Venti20. Forte del 7,88% al suo esordio alle comunali, ha il quoziente per un assessorato. Roberto Pisanu e Giuliano Uras sono i due consiglieri eletti, ma potrebbero anche stare alla finestra e il partito decidere di indicare un esterno.
Per quel che riguarda il Psd’Az, quinta forza della coalizione, il segretario cittadino Simone Prevete evidenzia la crescita in cinque anni: «Siamo passati da 250 voti a 1.097, il partito è cresciuto e si è radicato fortemente in città. C’è sempre spazio per migliorare, ma è una base di partenza ottima». Sul piano della giunta, i sardisti per ora restano al coperto: «Ci riuniremo in questi giorni per definire la linea».
Al sesto posto, col 6,22 per cento, si è piazzata Forza Italia, notevolmente ridimensionata rispetto al 2017, quando raccolse il 14,8 per cento e 2.351 voti. «Siamo soddisfatti, ma ci aspettavamo di più – spiega il più votato, Luigi Mureddu, che ha raccolto 378 preferenze –. Purtroppo, il voto di genere non è stato ancora ben capito dall’elettorato e la nostra lista, composta da quattordici donne, non è stata premiata da questo meccanismo». Mureddu si mette a disposizione per la composizione della giunta: «Cinque anni fa, decisi di fare esperienza in Consiglio e affinare la mia conoscenza dei meccanismi amministrativi: i miei elettori non ne furono troppo contenti, ma era giusto. Stavolta, mi rendo disponibile».
Restano fuori dal Consiglio, per ora, i Popolari Europei, ma bisogna attendere la proclamazione degli eletti: al movimento guidato da Attilio Dedoni, mancano appena ventidue voti per ottenere uno dei due seggi assegnati a Forza Italia.