Oristano, le promette amore via social, ma è solo un costoso raggiro
L’innamorata ci casca, gli spedisce 1.700 euro e ruba i gioielli alla famiglia. Il finto spasimante di 25 anni a processo per circonvenzione d’incapace
Oristano È iniziato tutto con un apprezzamento carino su un social network. È continuato con uno scambio di messaggi sempre più intimi e la promessa di un amore pronto a nascere. Finirà con una sentenza del tribunale che è chiamato a valutare se ci sia stata circonvenzione d’incapace e se l’autore di questo raggiro abbia indotto l’innamorata a distanza a commettere un altro reato per ottenere il suo scopo. Il processo è in mano alla giudice monocratica Serena Corrias, di fronte alla quale dovrebbe sedere Antonio Russo, 25 anni di Napoli, che però in tribunale non si è mai visto. È una sua scelta e questo non impedirà certo che il processo vada a conclusione.
Del resto, al di là delle promesse fatte alla sua vittima per messaggio, a Oristano l’imputato non ha messo piede nonostante, nel 2020, avesse spacciato come imminente la sua partenza per la Sardegna proprio per incontrare quella metà conosciuta su internet e alla quale aveva promesso amore. I sentimenti però hanno un costo e quello che Antonio Russo avrebbe preteso sarebbe stato piuttosto alto. Nel momento in cui intuì di aver fatto breccia nel cuore dell’oristanese di una ventina di anni più grande di lui, non si fece scrupolo nel chiedere del denaro. Spiegò che gli serviva per poter prendere un mezzo di trasporto e raggiungerla perché in quel momento non aveva da parte i soldi per affrontare il viaggio.
Iniziò così uno stillicidio che euro dopo euro arrivò sino a 1.700 versati sul conto o su carte prepagate tramite bonifici. A quel punto però i risparmi si erano esauriti e allora Antonio Russo, non pago di quanto aveva già ottenuto, convinse la signora, della quale ormai aveva carpito la fiducia, a compiere un furto. Quest’ultima rubò dei gioielli alla madre, convinta così di poter ricavare il gruzzolo da spedire all’innamorato distante col quale non vedeva l’ora di fare la conoscenza diretta.
Quel furto fu però scoperto dalla madre della vittima della circonvenzione. La madre decise allora di indagare da sola e per prima scoprì quasi subito la verità. A quel punto sporse denuncia e le forze dell’ordine si misero in azione. Dapprima recuperarono i gioielli che, nel frattempo, erano stati ceduti a un negozio di compro oro in cambio di denaro, poi si misero immediatamente sulle tracce del misterioso e forestiero rubacuori. Riuscirono a verificarne in tempi rapidi l’identità, ricostruirono per intero la vicenda dopo aver estrapolato da telefoni e computer tutte le chat e gli scambi di messaggi, tracciarono infine anche i movimenti di denaro. A quel punto il cerchio si chiuse e la denuncia fu inevitabile, tanto che ora Antonio Russo si ritrova sotto accusa per il doppio reato, con tutte le possibili aggravanti che gli vengono contestate dal pubblico ministero Giuseppe Scarpa.
Rischia una condanna di parecchi anni, ma ancora è presto per tirare le somme perché il caso deve ancora essere discusso in aula. Accadrà nell’udienza del 27 giugno di un procedimento che ha già dovuto affrontare alcuni rallentamenti. L’avvocato di fiducia nominato dall’imputato non si è infatti mai presentato in udienza e per questo motivo è stato segnalato all’Ordine forense di appartenenza. Intanto la giudice ha provveduto a nominare un avvocato difensore nuovo individuato nell’avvocatessa Maddalena Bonsignore, mentre la vittima della circonvenzione di incapace e i familiari che ne esercitano la tutela legale si sono costituiti parte civile tramite l’avvocatessa Romina Marongiu.