La Nuova Sardegna

Oristano

Rincaro di almeno 80 euro per la Tari

La Regione non accoglie la norma, in arrivo la stangata sui rifiuti in provincia di Oristano

di Davide Pinna

	L'impianto di trattamento dei rifiuti a Masangionis
L'impianto di trattamento dei rifiuti a Masangionis

Il conferimento del secco sarà al Tecnocasic di Assemini, ma il Consorzio Industriale non può pagare i costi di trasporto che andranno a carico degli utenti

07 giugno 2023
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Oristano Mettete mano al portafogli. I maggiori costi per il conferimento dei rifiuti in provincia di Oristano saranno scaricati nelle bollette degli utenti. Nel disegno di legge collegato alla finanziaria regionale 2023 ci sono i soldi per l’impianto di trattamento rifiuti di Tossilo a Macomer, ma non quelli per quello di Masangionis ad Arborea. Nel testo non ci sarà spazio per l’emendamento presentato da una truppa trasversale di consiglieri regionali oristanesi che puntava a evitare «rincari del 30 per cento sulla tariffa rifiuti dei Comuni della provincia di Oristano», come spiega il primo firmatario Emanuele Cera (Forza Italia).

«In commissione Bilancio sono stato costretto a ritirare importanti emendamenti, come quello che avrebbe salvato i cittadini della provincia da un incremento considerevole dei costi di conferimento dei rifiuti all'impianto di Arborea, destinato a ricadere sulle bollette Tari», afferma il consigliere regionale di San Nicolò d’Arcidano. «È stato respinto perché contiene una norma finanziaria, ma nella stessa seduta è stato accolto un emendamento della giunta per finanziare l'impianto di smaltimento rifiuti di Tossilo a Macomer». Emanuele Cera minaccia così di non votare il provvedimento.

Il rincaro non è certo una sorpresa, anzi è già in atto, anche se molti Comuni sono riusciti a evitarlo impiegando altre risorse, come i premi legati alla buona riuscita della raccolta differenziata. Da molto tempo il Consorzio Industriale provinciale, che gestisce l'impianto di Masangionis aveva lanciato l’allarme. All’origine c’è il fatto che la discarica del secco ha raggiunto i limiti di capienza: il piano regionale dei rifiuti ha imposto di lavorare il secco a Masangionis, ma di conferirlo a Villacidro, con aggravio dei costi di trasporto. In futuro la situazione peggiorerà, dato che i rifiuti andranno fino al Tecnocasic di Macchiareddu.

Nel 2022, il Consorzio è riuscito a evitare che il costo a tonnellata per il secco schizzasse a 324 euro, fermandosi a 292: nel 2021, però, i Comuni pagavano 184 euro ogni mille chili. «I rincari sono già in essere – spiega il direttore del Consorzio Marcello Siddu –, perché il Consorzio deve applicare la tariffa approvata dalla Regione e rispettare il principio del pareggio fra costi e ricavi. L’ente aveva individuato una soluzione: se la Regione finanziasse l’ammortamento dell’investimento realizzato dal Consorzio per l’acquisto di Masangionis, come accaduto per altri impianti in Sardegna, potremmo abbattere le tariffe di circa ottanta euro a utenza. Per andare in questa direzione, però, serve il sostegno di tutto il territorio e la condivisione della Regione».

«È fondamentale che tutti i Comuni si impegnino in questa battaglia – aggiunge il consigliere di amministrazione del Consorzio, Massimiliano Daga –. Noi stiamo facendo il possibile per abbattere i costi: ieri il cda ha approvato il progetto per il biodigestore anaerobico di Masangionis, che consentirà di produrre energia dalla frazione umida con un notevole risparmio sulle bollette: siamo pronti ad andare in appalto».

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