Sessanta giorni per salvare la guardia medica a Oristano
L’Ordine dei medici pronto a collaborare con l’Asl, ma chiede un confronto senza imposizioni dopo lo scontro seguito a due ordini di servizio e alle dimissioni
Oristano La situazione non si sblocca. Lo scontro tra i medici e l’Asl non rientra e ora sulla questione delle guardie mediche suona un nuovo campanello d’allarme: se entro sessanta giorni non sarà trovato un accordo, il presidio di via Carducci rischia di rimanere sguarnito. Significa che circa 40mila persone potrebbero non avere più a disposizione l’ambulatorio a cui rivolgersi quando non hanno la possibilità di essere assistite dal proprio medico di base, posto che ancora ce l’abbiano.
È quanto è emerso chiaramente nella conferenza stampa che l’Ordine dei medici ha convocato per questa mattina, sabato 9 settembre, e che si è appena conclusa. I medici hanno ribadito di essere disponibili a trovare un accordo con l’Asl, ma hanno chiesto un cambio di rotta e ribadito che le direttive impartite dall’azienda sanitaria non sono accettabili per la forma e per il contenuto che hanno avuto.
Lo scontro era partito all’indomani dell’ordine di servizio con cui si diceva ai medici di guardia che avrebbero dovuto prestare assistenza anche in carcere nelle ore in cui il turno era scoperto. Alla prima scintilla era seguito l’incendio all’indomani della seconda direttiva che riduceva da tre a uno il numero dei medici in servizio durante il turno di guardia. Erano allora arrivate le dimissioni di due dei tre dottori e ora c’è quest’ulteriore scadenza di sessanta giorni che mette ancor più nei guai il sistema sanitario che sta pagando la carenza di medici da tantissimo tempo. Restare senza la guardia medica avrebbe delle notevoli ripercussioni su tutto il sistema di medicina generale e persino sull’ospedale San Martino e sul pronto soccorso.