La Nuova Sardegna

Oristano

Tribunale

Omicidio di Zeddiani, l’accusa chiede 24 anni di carcere per Giorgio Meneghel

di Michela Cuccu

	La vittima trasportata fuori dalla abitazione dove si consumò il delitto
La vittima trasportata fuori dalla abitazione dove si consumò il delitto

Uccise la moglie nel sonno a martellate lo scorso anno

18 ottobre 2023
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Cagliari «Condannate l’imputato a 24 anni di reclusione». Al termine della sua requisitoria il pubblico ministero del tribunale di Oristano Sara Ghiani ha chiesto per Giorgio Meneghel la condanna a 24 anni di carcere per aver ucciso la moglie, Daniela Cadeddu. La mattina del 5 febbraio di un anno fa, Meneghel, massacrò a martellate la moglie, mentre dormiva, a Zeddiani.

Poco dopo l’alba, Giorgio Meneghel, agricoltore di 55 anni, aveva fatto appena rientro nella sua casa di via Roma. Dopo aver fatto colazione con il padre, l’agricoltore era uscito per andare a lavorare in campagna. Improvvisamente, decise invece di tornare sui suoi passi per rientrare nell’abitazione dove la coppia da tempo viveva da separata in casa e aggredire la moglie, Daniela Cadeddu, di 51 anni originaria di Cabras, sorprendendola nel sonno e finirla con una serie di martellate. Compiuto il delitto, Meneghel aveva chiamato i carabinieri. Meneghel raccontò tutto, facendo trovare subito l’arma del delitto.

Arrestato subito dopo, Giorgio Meneghel non è mai uscito dal carcere, prima a Massama e successivamente a Lanusei, dove è in attesa di conoscere il suo destino. La richiesta di rinvio a giudizio era stata chiesta dal pubblico ministero Sara Ghiani dopo l’esito dell’incidente probatorio al quale era stato sottoposto l’agricoltore. In precedenza, infatti, l’avvocata Francesca Accardi aveva sollecitato una perizia psichiatrica per certificare lo stato di salute mentale del suo assistito, il quale aveva reso piena confessione sin dal primo interrogatorio. La difesa aveva avanzato però il dubbio che Giorgio Meneghel fosse stato in possesso di tutte le sue facoltà mentali e quindi non in grado di stare in giudizio.

L’esame del perito, nominato dalla giudice per le indagini preliminari Silvia Palmas, ha però dato un esito molto chiaro: Giorgio Meneghel era capace di intendere e volere e in grado di stare a processo. A conclusione del dibattimento oggi 18 ottobre è arrivata la richiesta del pubblico ministero. Sentenza a novembre.

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