La Nuova Sardegna

Oristano

L’appello

Una petizione per trovare una sistemazione alle famiglie rom di Oristano

di Enrico Carta

	I ruderi dopo l'incendio dello stabile di via Rockefeller in cui abitavano le famiglie rom
I ruderi dopo l'incendio dello stabile di via Rockefeller in cui abitavano le famiglie rom

Solo poche di loro hanno trovato una sistemazione dopo l’incendio dello scorso settembre, in cui era andato distrutto lo stabile di via Rockefeller dove abitavano

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Oristano Pochissime famiglie hanno trovato una sistemazione. Le altre sono ancora nei camper, nell’area di Torregrande dov’erano state sistemate all’indomani dell’incendio che aveva distrutto il complesso di via Rockefeller, in cui abitavano alcuni nuclei familiari rom, in tutto una trentina di persone. A distanza di oltre settanta giorni, dal devastante rogo, è stata lanciata una raccolta di firme, accompagnata da un appello con cui si sollecita l’amministrazione comunale ad affrontare la situazione abitativa e il percorso di inclusione, crescita e partecipazione dei rom di Oristano. A lanciare l’iniziativa è il comitato “Quello che i gagè ignorano”, partendo proprio dall’episodio di via Rockefeller e ricordando: «A oltre settanta giorni dall’evacuazione, sentiamo il dovere di fare richiesta all’amministrazione comunale di una soluzione che garantisca il diritto all’abitare in condizioni di inclusione sociale tali da ridurre i meccanismi di auto- segregazione e isolamento, e favoriscano l’autodeterminazione; il diritto alla salvaguardia dell’unità familiare, cosi che venga custodita l’identità individuale e di gruppo e la possibilità di un mutuo aiuto nelle situazioni quotidiane; il diritto all’integrazione e lo sviluppo di consapevolezza di appartenenza a questa città con graduali passi per uscire dalla marginalità e per una partecipazione attiva».

Questo è il testo dell’appello con l’invito a sottoscriverlo: «Questo è un appello sotto il quale vorremmo raccogliere molte firme per dire che Oristano tutela tutti i suoi cittadini e manifesta la preoccupazione nei confronti della situazione abitativa e del percorso di inclusione, crescita e partecipazione dei rom di Oristano. La situazione che si è venuta a creare negli anni, con il rinviare di un progetto abitativo associato a misure di accompagnamento sociale e di mediazione rivolto ai cittadini rom della nostra città, ha portato all’incendio di fine settembre in via Rockefeller. La temporanea soluzione abitativa “di transizione” presso il camping di Torregrande ha portato il piccolo gruppo a rendere ancora più grave la precarietà quotidiana, ad interrompere l’attività lavorativa di sostentamento, a creare ulteriore emarginazione e a rinforzare gli stereotipi contro la loro condizione e identità.

A distanza di oltre settanta giorni dall’evacuazione da via Rockefeller, sentiamo il dovere di fare richiesta all’amministrazione comunale di una soluzione che garantisca il diritto all’abitare in condizioni di inclusione sociale tali da ridurre i meccanismi di auto- segregazione e isolamento, e favoriscano l’autodeterminazione; il diritto alla salvaguardia dell’unità familiare, cosi che venga custodita l’identità individuale e di gruppo e la possibilità di un mutuo aiuto nelle situazioni quotidiane; il diritto all’integrazione e lo sviluppo di consapevolezza di appartenenza a questa città con graduali passi per uscire dalla marginalità e per una partecipazione attiva. Si chiede inoltre l'avvio di un progetto di microarea familiare rivolto ai rom attualmente in emergenza abitativa. Progetto che veda nella fase di stesura e nella fase di realizzazione il coinvolgimento della comunità rom oristanese, di associazioni e di cittadini che siano disponibili a essere parte attiva nell’accompagnamento sociale e negli interventi di mediazione.

I romanì hanno una lingua, una cultura, una storia e delle tradizioni che i gagé (i non rom in lingua romanés) ignorano, mentre dilagano i pregiudizi e gli stereotipi che alimentano il sentimento del antiziganismo che è un grande freno all’integrazione scolastica, lavorativa e sociale del popolo rom. La nostra città è ancora in tempo per aderire alle proposte di strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione dei rom, dei sinti e dei camminanti 2021-2030, che vede come punto di contatto l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), e diventare così modello di promozione di percorsi di cittadinanza. La piccola comunità Rom è presente in città da circa trent'anni.

La seconda e terza generazione è nata, cresciuta e ha frequentato scuole e attività a Oristano. In questo arco di tempo i componenti dell'intero gruppo hanno stretto molteplici relazioni lavorative e amicali con la comunità oristanese e si considerano cittadini della nostra città. Aspettiamo il tuo sostegno a questo appello perché Oristano sia la città del confronto, dell'ascolto, dell'accoglienza e dell'integrazione. Se condividi questo appello manda una mail, con il tuo nome, cognome, indirizzo, a igageignorano@gmail.com».

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