La Nuova Sardegna

Oristano

L’incontro al De Castro

La madre e il professore raccontano Michela Murgia

di Caterina Cossu

	Costanza Marongiu, madre di Michela Murgia, col professore Tomaso Montanari
Costanza Marongiu, madre di Michela Murgia, col professore Tomaso Montanari

Costanza Marongiu e Tomaso Montanari ospiti del liceo De Castro di Oristano. Il docente dell’università per stranieri di Siena ha tenuto una lectio magistralis. In elaborazione un grande murale da ottanta metri dedicato alla scrittrice a Cabras

27 gennaio 2024
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Oristano «Sa, professore, che Michela non guidava la macchina? Ogni volta che tornava in Sardegna il suo cruccio era: “Come faccio poi ad arrivare a Cabras?”, e puntualmente spuntava qualche anima pia che le dava un passaggio». «Lo so, nemmeno io guido. Infatti, io e Michela ci siamo conosciuti in treno». Tomaso Montanari e Costanza Marongiu, madre della scrittrice, sentono di conoscersi già un po’ grazie a Michela Murgia, quando si incontrano davanti alla scrivania del dirigente del De Castro Pino Tilocca. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena, intellettuale e amico di Michela Murgia, ha tenuto una lectio magistralis durante l’incontro di ieri nella palestra del liceo classico sulla figura e il pensiero dell’intellettuale sarda, cittadina cabrarese ed ex docente proprio del De Castro, cattedra di Religione.

«Nessuno racconta la Michela bambina, tutti la ricordano così, già adulta. È nata guerriera, con una volontà di ferro. Le dicevo sempre: “Calmati”, e lei mi zittiva: “Mamma, proprio tu me lo dici. Bisogna esporsi perché le guerre vanno fatte di persona”». Una proiezione verso il futuro, a fare quel rumore che Michela Murgia ha lasciato in eredità. Difficile parlare di lei al passato: non l’ha fatto l’amica e docente Sabrina Sanna, che ha presentato e curato l’incontro. E nemmeno Tomaso Montanari, la cui università ha da poco dedicato a Michela Murgia la sala di lettura per studentesse e studenti, spazio libero per coltivare studio e pensiero critico.

«Ho sempre pensato che Michela incarnasse lo spirito della Costituzione, quell’articolo 9 che troppo spesso è messo a tacere. Quella generazione si è liberata del fascismo a un prezzo enorme, a nessun regime fa comodo la cultura». Perché allora studiare? «Il direttore d'orchestra Claudio Abbado disse una volta a un giornalista: la cultura serve a giudicare chi ci governa. L’intellettuale allora ha il dovere di dare gli strumenti che contribuiscano a costruire una sovranità popolare critica e diffusa. Questo è il senso della disobbedienza che ci ha lasciato in eredità».

La madre d’anima di Michela Murgia, Annetta, e il fratello Cristiano hanno ascoltato con viva partecipazione il racconto degli aneddoti della madre biologica: «Quando aveva tredici anni, ho trovato Michela in estasi nel nostro negozio: “Mamma, è passato di qui Danilo Dolci. Ha voluto leggere quel che scrivevo e mi ha detto tu diventerai una grande scrittrice”. Michela era molto brava a scuola, non sempre era benvoluta. Lei però sembrava non curarsene troppo: “Io sono così, che ci posso fare”». Che fosse «la straordinarietà dentro all’ordinarietà sin dai tempi della parrocchia», lo ricorda anche il compaesano e quasi coetaneo sindaco di Cabras, Andrea Abis. Il Comune ha patrocinato l’evento con un’iniziativa dedicata a studentesse e studenti del liceo artistico: realizzare la prossima primavera un murale di ottanta metri nel centro di Cabras dedicato a Michela Murgia, iniziativa per la quale sono stati presentati a fine giornata ben quattordici bozzetti.

Michela Murgia e le sue Morgane, donne libere, con uno sfondo di libri, liberi anch’essi di volare leggeri. Michela Murgia sorridente mentre veste i panni di Filonzana, unica maschera femminile del carnevale sardo. Michela Murgia come la Venere di Botticelli, mentre lascia andare la capigliatura al vento, ciocche di Sansone forti dei suoi scritti e la civetta simbolo della saggezza della dea Atena in una mano. Ancora, il suo volto che si apre in due, generando un tripudio di idee, connessioni e sapienza. Così studentesse e studenti del liceo artistico Carlo Contini hanno immaginato di abbellire il muro di ottanta metri messo a disposizione dal comune di Cabras per celebrare la scrittrice compaesana. I bozzetti, tra i quali verranno scelti quelli che rappresenteranno al meglio Michela Murgia, sono stati curati dalla classe 5a C e dai loro docenti e sono stati presentati ieri durante l’incontro al liceo classico, cui ha partecipato la madre Costanza Marongiu, e il professore Tomaso Montanari.

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