La Nuova Sardegna

Oristano

La bonifica mancata

Via Rockefeller a Oristano, dopo l’incendio restano solo cumuli di rifiuti

di Enrico Carta

	Materiale accumulato in via Rockefeller dopo l'incendio
Materiale accumulato in via Rockefeller dopo l'incendio

Quattro mesi dopo il rogo che ha distrutto l’ex mattatoio abitato dalle famiglie rom, la bonifica non può partire: l’area è ancora sotto sequestro per via dell’inchiesta giudiziaria

28 gennaio 2024
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Oristano Quattro mesi dopo è ancora tutto come quel pomeriggio infernale di fine settembre. Ogni cosa, al complesso di edifici dell’ex mattatoio utilizzati per anni dalle famiglie della comunità rom come alloggio, è rimasta pressoché uguale a come era stata lasciata la sera del 29 settembre, dopo che i vigili del fuoco avevano impiegato quasi 24 ore per avere ragione delle fiamme che si erano scatenate il giorno prima riducendo a maceria tutto lo stabile. Macerie e non solo, perché l’area circostante è costellata di rifiuti, la gran parte raggiunta dal fuoco, che da allora sono rimasti lì.

La bonifica dell’area di via Rockefeller non sarà questione semplice. Le uniche certezze sono che ci vorranno alcune centinaia di migliaia di euro e molto tempo. Sinora, dal giorno dell’incendio accaduto il 28 settembre, nessuno vi ha potuto mettere piede se non per una brevissima ricognizione e una verifica dello stato dei luoghi. L’area è infatti sotto sequestro giudiziario perché sul rogo è in corso un’inchiesta. Ci sono da accertare eventuali responsabilità e tutto questo non fa che rallentare inevitabilmente le operazioni di bonifica.

Il Comune, in una fase come questa, nemmeno sa quanto dovrà spendere e quindi quanto dovrà bilanciare o richiedere per avere un finanziamento adeguato che consenta di effettuare i lavori di bonifica. Ci sono poi aspetti urbanistici che andranno valutati assieme alla Soprintendenza. Lo stabile ha più di settant’anni e, sebbene già prima dell’incendio fosse in condizioni precarie, va comunque considerato alla stregua di un complesso di archeologia industriale. Quando arriverà il momento, ci saranno poi da fare le valutazioni sulla stabilità dei vari edifici che le fiamme hanno ulteriormente deteriorato. Il rischio di crolli non è quindi da escludere e sarà uno dei primi passi da effettuare. In ogni caso, il vero problema sarà quello dei soldi. Senza una valutazione, l’enorme ammasso di rifiuti e materiali di ogni genere presenti ancora nell’area non può essere qualificato. Questo impedisce di capire quanti euro serviranno.

Il Comune sta attendendo che l’inchiesta giudiziaria compia dei passi decisivi per poi avere la possibilità accedere all’area per fare la classificazione dei rifiuti e quindi la valutazione su come effettuare lo smaltimento. Solo allora si andrà a battere cassa, forse in Regione, per ottenere un finanziamento mirato. Secondo una previsione fatta a spanne dagli uffici dell’amministrazione comunale, la cifra minima – ci si sta probabilmente tenendo bassi – per compiere tutte le operazioni di bonifica non sarà inferiore a 200mila euro. Sono tanti soldi che l’ente non ha a disposizione.

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