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Lavori pubblici

Oristano, l’Antiquarium chiuso sino a giugno


	Una delle sale dell'Antiquarium
Una delle sale dell'Antiquarium

Sarà risistemato per intero, mezzo milione di lavori

18 febbraio 2024
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Oristano L’Antiquarium chiude per almeno quattro mesi. Da oggi e sino a giugno il museo della città sarà sottoposto a lavori di rinnovamento degli spazi. Il progetto dal valore di 500 mila euro è realizzato dalla Fondazione Oristano ed è finanziato con i fondi del Pnrr, con il bando per proposte progettuali per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei musei e luoghi della cultura pubblici non appartenenti al Ministero della Cultura.

Si interverrà su tre distinti assi strategici: fruibilità del complesso con interventi volti all'abbattimento delle barriere architettoniche esistenti; miglioramento dell'esperienza di uso degli spazi in termini di orientamento e miglioramento della qualità dell'offerta espositiva, attraverso strumenti che consentano di essere utilizzati per la fruizione delle collezioni permanenti e per le esposizioni temporanee. Ad operare un gruppo di progettisti con a capo l'architetto Gianfranco Sanna con i colleghi Piero Frau e Mauro Tatti e dalla Società Studio Azzurro. Per i lavori verranno utilizzati materiali e tecnologie ecocompatibili con il rispetto dei parametri ambientali. Il rinnovamento degli spazi dell'Antiquarium e della sua biblioteca, consentirà di migliorare il coinvolgimento degli istituti scolastici ed universitari che già attualmente gravitano intorno al museo.

Il Museo civico di Oristano fu fondato nel 1938 con il nome di Antiquarium Arborense, cioè museo di Oristano, che nel medioevo fu la capitale del Giudicato di Arborea. Il motivo per il quale proprio a Oristano si istituì un museo archeologico risiede nell’eredità morale di Tharros, vantata da Oristano, che divenne sede dell’Arcivescovo e del giudice d’Arborea nel 1070 accogliendo i profughi di Tharros. Nel Settecento, quando nacque anche a Oristano, seppure in ritardo rispetto al collezionismo rinascimentale, il gusto delle antichità ecco che la città di Tharros, con le sue necropoli fenicie, cartaginesi e romane, offrì ai nobili ed ai membri del clero oristanese oreficerie, argenti, sigilli-scarabei, collane, armi, ceramiche, vetri e gemme che divennero “i gioielli di famiglia” degli Arborensi.

A Oristano si erano formate le più cospicue collezioni di antichità tharrensi, fra le quali quelle del giudice Francesco Spano, dei nobili Paolo Spano, Salvatore Carta e quella dell’antiquario Giovannico Busachi. Una parte fu acquistata dal museo di Cagliari, mentre un’altra parte restò ad Oristano, dove un giovane avvocato di Sèneghe Efisio Pischedda avviò la costituzione della più vasta raccolta privata di antichità esistente in Sardegna. Dopo la morte di Pischedda, nel 1930, il Soprintendente alle opere d’antichità e d’arte della Sardegna, Doro Levi, ottenne dal Comune l’impegno per l’acquisto dell’importante collezione, che costituì il fondo comunale dell’Antiquarium Arborense dal 1938. L'attuale sede neoclassica della metà dell'Ottocento, appartenuta al senatore Salvatore Parpaglia, è stata aperta al pubblico nel 1992.

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