La Nuova Sardegna

Oristano

Passione e tradizione

E’ l’unico intagliatore di legno rimasto a Cabras, sulle orme del padre

di Paolo Camedda

	Scorcio della bottega ereditata dal figlio
Scorcio della bottega ereditata dal figlio

La storia di Sergio Meli, artigiano per caso

02 marzo 2024
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Cabras Quando si entra nell'antica officina da falegname di Ziu Salvatore Angelo Meli, in via Leopardi, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo in cui il tempo si è fermato.

«Tutto è rimasto come quando c'era mio padre», spiega il figlio Sergio Meli, a Cabras oggi unico restauratore e realizzatore di opere lignee di arte sarda con le antiche tecniche. «Dopo aver fatto la terza elementare, mia nonna mandò babbo a lavorare. Così da lunedì al venerdì lavorava nella falegnameria di "Ziu Incoau", mentre sabato e domenica aiutava il fratello in barberia». La passione per l'intaglio a mano e i lavori artistici, però, emerge presto, anche a causa delle ristrettezze economiche.

«Babbo inizialmente faceva il falegname, ma guadagnava poco, e la paga non era sufficiente – ricorda il figlio Sergio – a tempo perso, a 14 anni iniziò a fare l'intagliatore artigiano e il restauratore. Lavorava fino a tarda notte per avere un gruzzoletto in più e poter mantenere sé stesso e successivamente anche la sua famiglia. Dapprima, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, in falegnameria, in seguito trasferendo qui, a casa sua, la bottega da falegname». Salvatore Angelo, noto "Pistilloni", "Su maistu e' linna", ha insegnato la sua arte al figlio Sergio, che fin da piccolo ha mostrato curiosità e interesse per i lavori artistici con il legno. «A 7 anni, quando uscivo da scuola, ho cominciato a frequentare l'officina di babbo, che mi insegnava le tecniche dell'intaglio a mano – racconta Sergio, oggi quarantatreenne – prima facevo le casettine del presepe, poi, crescendo, altri lavori più complessi come i piccoli cofanetti. Eravamo poveri, così in estate, per poter avere qualche soldo per me, vendevo i miei cofanetti ai turisti».

Per il giovane apprendista quella bottega era un luogo magico: «Ogni volta entravo nel suo covo di lavoro, venivo invaso da un mondo di legno, creazioni, oggetti, rumori, odori. Papà, oltre ad essere stato un abile artigiano, per la sua manualità, per la sensibilità del suo tocco di mano è stato unico nel suo genere, in grado di trasformare ogni pezzo di legno grezzo in un'opera d'arte, in scala o a grandezza naturale, ma così curata nei minimi dettagli da sembrare incredibilmente reale. Un po' come mastro Geppetto con Pinocchio nel romanzo per ragazzi di Collodi». Nel 2010 Salvatore Angelo si ammala ed è costretto ad abbandonare l'officina a lui tanto cara qualche anno prima della morte nel 2018.

Al figlio lascia anche una raccomandazione che ripeteva spesso: «Ti consiglio di imparare un mestiere e di farne tesoro». Qualche anno dopo la sua dipartita, Sergio, che di lavoro realizza impianti idraulici, si ricorda delle parole del papà e prende una decisione importante.

«Mi sono reso conto che babbo mi aveva lasciato in mano un piccolo tesoro – dice – e che sarebbe stato un peccato non valorizzarlo. Così ho deciso che avrei ripreso in mano l'arte che lui mi aveva insegnato e la bottega, dove non ero più entrato. Ora nel tempo libero anch'io restauro e creo opere d'arte sarda in legno. Anche mamma è contenta di questa mia scelta». Per il futuro le idee non mancano: «Ho intenzione di chiedere all'amministrazione la possibilità di avere un piccolo stand al prossimo Festival della bottarga – fa sapere Sergio – così potrei mettermi a intagliare il legno davanti ai turisti».

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