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Cultura

Il Giardino dell’anima di Rose-Marie Eggmann al Museo Diocesano di Oristano


	Un acquerello esposto alla nuova mostra del Museo Diocesano Arborense
Un acquerello esposto alla nuova mostra del Museo Diocesano Arborense

La mostra sarà inaugurata sabato 29 marzo e sarà visitabile sino al 23 giugno. L’esposizione sull’artista svizzera molto conosciuta tra gli anni ‘60 e ‘90 del Novecento sarà suddivisa in cinque sezioni

18 marzo 2024
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Oristano Il Museo Diocesano Arborense prosegue senza sosta con la sua attività culturale e si conferma punto di riferimento per le esposizioni in città. Sabato 23 marzo, sarà inaugurata in piazza Cattedrale la mostra Il giardino dell’anima dedicata all’artista svizzera Rose-Marie Eggmann, molto conosciuta in ambienti internazionali durante la seconda metà del secolo scorso. La mostra articolata in cinque sezioni, con opere che vanno dagli anni Sessanta fino agli anni Novanta del secolo scorso, è un viaggio alla scoperta del mondo interiore di ciascuno di noi. Come spiegano le curatrici Sara Lissia e Maria Francesca Porcella, «In un tempo come il nostro, dove diventa sempre più complesso preservare la bellezza e l’autenticità del proprio mondo interiore, Rose-Marie Eggmann ha scelto di coltivare la sua anima come un giardino. Lo ha fatto attraverso lo strumento dell’arte, dando al segno e al colore il compito di tingere di sogno e di poesia tutta la sua vita. Ogni giardino, però, ha un limite, che spesso impedisce al caos di mescolarsi con l’ordine. Lo steccato che il destino ha scelto per Rose-Marie è stata una lunga malattia invalidante, la sclerosi multipla, che lei ha saputo trasformare in una nuova espressione estetica, una rinnovata azione di action painting in cui la volontà creativa si è accompagnata con il destino. Siamo tutte e tutti invitati, quasi in punta di piedi, a intraprendere una passeggiata in questo giardino interiore, popolato di personaggi fatati, pieni di tenerezza e ironia (Apparizioni), dove l’esuberante natura e il profumo dei fiori è raccontato da un colore gorgogliante (La sublime astrazione), dove l’ombra della sera riduce le forme a essenziali tratti scuri preannunciando il silenzio della notte (Silenzio. Il segno che costruisce), dove l’ordine che dà pace è frutto del lavoro sapiente delle mani che tessono (La pittura tessuta). Un giardino dove, infine, il dono di sé si esprime nella capacità di integrare il limite affinché la poesia non si interrompa (Tormento e quiete)».

Sono quattro alla settimana i giorni in cui si può visitare l’esposizione che resterà aperta sino al 23 giugno con i seguenti orari: il mercoledì apertura solo mattutina dalle 10 alle 13, mentre dal giovedì alla domenica doppia apertura dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. Per chi volesse avere un primo approccio con Rose-Marie Eggmann ecco la biografia. L’artista ginevrina è stata una feconda sperimentatrice, capace di armonizzare artigianato, pittura e poesia, seguendo le evoluzioni dell’arte europea con una personale e creativa interpretazione. Cifra personale è il suo astrattismo lirico caratterizzato da una esplosione vitale del colore, come vibrazione dell’anima. Le sue opere connotate da un delicato sentimento della natura, da una musicalità traboccante e da una profonda spiritualità, sono giunte, dopo la sua morte, a Cagliari dove gli eredi hanno costituito nel 2001 un archivio col fine di tutelarle e valorizzarle.

Sono innumerevoli i campi in cui l’artista si è cimentata: dopo il diploma in pianoforte, si è dedicata alla decorazione murale utilizzando diverse tecniche, ha lavorato come marionettista accanto a Giorgio Strehler, ha appreso la tecnica di pittura su stoffa, diventando creatrice di collezioni, poi l’arte del batik, ha diretto, illustrato e tradotto libri di narrativa per l’infanzia, ha progettato e realizzato arazzi decorativi e vetrate, tanto che fu la vincitrice del concorso per la decorazione della sala del Gran consiglio di Ginevra nel 1963. Accanto alla sua attività artistica, vi è l’insegnamento e anche l’accompagnamento come segretaria al grande maestro Ernest Ansermet, direttore nonché fondatore de l’Orchestre de La Suisse Romande. Diverse le missioni internazionali tra cui quella in Pakistan come design consultant per tappeti e artigianato con un mandato del Dipartimento Politico Svizzero e su incarico del Pakistan Centre of Industrial Design.

Il merito più grande di questa artista è stato quello di aver saputo convivere con una malattia invalidante (sclerosi multipla) senza mortificare la sua creatività e mantenendo intatto il senso della poesia e della bellezza della vita. E l’arte è stata sua insostituibile e complice compagna di viaggio.

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