La Nuova Sardegna

Oristano

Tentato omicidio e maltrattamenti

Tenta di strangolare la moglie a Santu Lussurgiu: lei si salva con una telefonata, il marito è in carcere

di Enrico Carta

	Il pronto soccorso del San Martino
Il pronto soccorso del San Martino

La richiesta al numero unico di soccorso 112 ha consentito agli operatori di individuare la casa. La Squadra mobile della polizia ha arrestato l’autore che si era presentato al pronto soccorso dove si trovava la moglie

05 aprile 2024
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Oristano Lui è in carcere a Massama accusato di tentato omicidio e maltrattamenti. Lei e la figlioletta sono in una struttura protetta, al sicuro, dopo aver rischiato la morte. L’ha salvata una chiamata al 112, numero unico per le emergenze. Alla risposta dell’operatore, la donna avrebbe parlato in maniera confusa e per pochi attimi, senza chiarire il vero motivo per cui stava chiedendo soccorso. Quelle poche frasi scambiate con una persona sconosciuta sono state però sufficienti per localizzare il luogo da cui era partita la telefonata e mettere in allarme le forze dell’ordine. Poi a casa della signora sono arrivati i carabinieri e, a seguire, il 118 che l’ha portata all’ospedale San Martino.

È stato allora che si è iniziato ad avere un primo pesante sospetto su cosa potesse essere accaduto e cioè che il marito avesse usato violenza contro di lei. Al primo controllo, infatti, la situazione sembrava essere rientrata nei binari della normalità e soprattutto, con la signora ormai nelle mani dei medici e diretta al pronto soccorso del San Martino, sembrava non ci fosse più un pericolo immediato.

È invece accaduto che in ospedale, i medici e il poliziotto del posto di guardia, abbiano iniziato a raccogliere gli elementi che lasciavano spazio a pochi dubbi: in quella casa di Santu Lussurgiu era accaduto qualcosa di preoccupante e soprattutto di molto violento. Quando poi il marito, il sessantenne Mario Are, è arrivato in ospedale, portando con se la figlia di cinque anni e chiedendo informazioni sulla moglie, oltre al poliziotto di guardia al San Martino e alle guardie giurate, sono arrivati in forza anche gli agenti della Squadra mobile che hanno stroncato sul nascere ogni possibilità di aggressione ulteriore.

Secondo quanto accertato in questa prima fase di indagini, la donna sarebbe stata vittima di una brutale aggressione, probabilmente un tentativo di strangolamento che il marito avrebbe provato a compiere con il cavetto del caricabatterie del telefonino, mentre la moglie si trovava in bagno nei pressi della vasca. Non è chiaro se sia stata spinta sin lì o se vi sia caduta mentre cercava di scappare oppure se fosse già lì quando Mario Are, attorno alle 2 del mattino di giovedì, le si è presentato di fronte. Perché si sia fermato o cosa l’abbia convinto a desistere non è ancora chiaro e sarà l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Andrea Chelo a stabilirlo. Nel frattempo però, utilizzando lo strumento giuridico dell’arresto in flagranza differita istituito proprio per limitare fenomeni legati alla violenza di genere e allo stalking, la polizia di Stato, coordinata dal dirigente Samnuele Cabizzosu, l’ha arrestato e portato in carcere a Massama.

Sono invece al sicuro la moglie e la figlia, presa immediatamente in custodia dagli agenti, mentre la madre veniva curata – dopo che le è stata comunicata la prognosi coi giorni di malattia è stata dimessa –. Entrambe sono state accompagnate in una struttura protetta, dove hanno tutta l’assistenza del caso e sono anche al sicuro da eventuali ritorsioni, anche se al momento Mario Are non potrebbe certo raggiungerle perché recluso.

La situazione nella casa che si trova in campagna, al di fuori del centro abitato di Santu Lussurgiu, pare sia precipitata dopo che la donna aveva preso la decisione di separarsi dal marito. I motivi, oltre che sentimentali, pare fossero legati al fatto che per diverso tempo la signora fosse stata oggetto di vessazioni di vario tipo, subendo anche in maniera pesante l’isolamento a cui era costretta vivendo a distanza dal resto della comunità. L’episodio arriva al termine di settimane costellate da una serie di altri gravi episodi che hanno costretto la polizia di Stato a intervenire con due denunce e tre misure cautelari in carcere per abusi sessuali, maltrattamenti e stalking, episodi più gravi di una lunga e ininterrotta serie che dall’inizio dell’anno conta anche ben ventiquattro ammonimenti del questore sempre per situazioni simili a quest’ultima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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