La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso giudiziario

Imprenditore di Terralba: «Costretto a chiudere il bar, denuncio chi si è accanito contro di me»

di Enrico Carta

	Il tribunale di Oristano dove sarà discusso il caso
Il tribunale di Oristano dove sarà discusso il caso

L’attività di Giovanni Battista Manis ha abbassato le serrande dopo appena cinque mesi: «Decisive le continue ispezioni non giustificate». La procura chiede l’archiviazione, ma lui si oppone. Sarà il giudice per le indagini preliminari a valutare

15 maggio 2024
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Terralba Si sente vittima di una persecuzione. Ha già bussato alle porte della giustizia senza che però gli venisse aperto. Ora ci ritenta con un’opposizione al provvedimento di archiviazione che aveva chiuso con un nulla di fatto la sua prima denuncia, con la quale aveva sostenuto di aver visto ostacolato il suo progetto imprenditoriale. Giovanni Battista Manis aveva aperto il bar L’Altrò nel maggio 2022, ma a ottobre dello stesso anno aveva dovuto abbassare definitivamente la serranda. Il perché di tale chiusura repentina, lo imputò all’accanimento che alcuni privati e un’amministratrice comunale avrebbero avuto contro di lui. I nomi li fa nell’opposizione al decreto di archiviazione. Presentata dall’avvocato Giovanni Cau verrà esaminata nelle prossime settimane: è in quelle righe che viene ricostruita la vicenda.

Va ricordato, per prima cosa, che la prima denuncia non ha trovato i riscontri che il querelante sosteneva ci fossero. Per la procura tutto era da chiudere senza che alcuno venisse processato. L’opposizione all’archiviazione prevede però che il caso possa essere esaminato nuovamente se il giudice per le indagini preliminari lo riterrà opportuno valutando gli elementi che gli vengono messi a disposizione.

L’elenco è abbastanza lungo, ma prima viene ricostruita la storia partendo dal primo esposto che arrivò poco tempo dopo l’apertura del bar. Lo presentò il privato cittadino A.P., nome al quale seguirono diverse altre firme sulla cui origine l’imprenditore avanza tutt’ora dei dubbi. Così come li avanzò di fronte alle numerose segnalazioni con le quali i vicini chiedevano l’intervento delle forze dell’ordine per il mancato rispetto delle ordinanze comunali sul rumore: sarebbero provenute tutte da una persona o da persone del nucleo familiare riconducibile a quella stessa. Ebbene, tutti i controlli dei carabinieri non rilevarono irregolarità.

C’è poi un collegamento tra chi faceva le segnalazioni e l’assessora comunale Rosella Orrù, su cui l’imprenditore e il suo legale ritengono che debba essere fatta piena luce. Pur non avendo la delega per occuparsi della polizia locale, sarebbe stata spesso solerte nel comunicare col comando o con gli agenti per chiedere sopralluoghi al bar e per sapere che esito avessero avuto. È anche in merito a questo aspetto che l’avvocato Giovanni Cau chiede la riapertura delle indagini chiuse con un nulla di fatto. Sarà il giudice a decidere se ci sono gli estremi oppure se quella di Giovanni Battista Manis sia una denuncia priva di alcun fondamento.

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