La Nuova Sardegna

Oristano

Opere pubbliche

Apertura ai pedoni imminente e poi di nuovo le auto in piazza Manno a Oristano

di Piero Marongiu

	Uno scorcio del cantiere di piazza Manno con lo stretto passaggio pedonale
Uno scorcio del cantiere di piazza Manno con lo stretto passaggio pedonale

Il Comune non la trasformerà in un’isola pedonale dando ascolto alle richieste dei commercianti. Resta da decidere se sarà a senso unico o a doppio senso e se ci saranno parcheggi. In settimana sarà aperto un varco che unirà le estremità della piazza

02 giugno 2024
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Oristano La buona notizia era nell’aria e arriva di sabato restituendo un minimo di speranze a chi sta tribolando da mesi. Tra qualche giorno, salvo nuovi imprevisti che nessuno si augura, gli operai dell’impresa Ghiaccio predisporranno il corridoio che consentirà il transito dei pedoni in Piazza Manno. Più avanti, date certe non se ne fanno, nel sito torneranno a transitare anche macchine e altri veicoli. A rassicurare i gestori delle attività commerciali che si affacciano sulla Piazza, è stato il sindaco Massimiliano Sanna e le sue parole trovano conferma anche nel responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Alberto Soddu.

Rimangono però da sciogliere alcuni dubbi e su questi sono in corso i confronti tra gli addetti ai lavori per scegliere la soluzione: le auto potranno procedere in entrambi i sensi di marcia oppure in uno solo, quello che dalla via Cagliari porta verso via Vittorio Emanuele II? E i parcheggi? Quanti ne sono previsti e in quale punto della Piazza saranno ricavati? Sono valutazioni che avranno presto risposte perché il progetto, per la sua elasticità, non pone ostacoli particolari. A chiedere l’apertura al traffico dei veicoli, peraltro previsto anche nel progetto dei lavori di riqualificazione della piazza, sono stati i commercianti preoccupati di dover fronteggiare, oltre ai disagi patiti finora a causa del perdurare del cantiere, anche un’eventuale diminuzione dei clienti dovuta al divieto di sosta.

Se gli esercenti possono dirsi soddisfatti della promessa fatta dal sindaco, non altrettanto possono dire coloro che auspicavano un futuro senza auto per l’unica piazza medievale della città. L’archeologo Raimondo Zucca, dell’Università di Sassari, qualche giorno fa aveva detto di sperare di non vedere più il via vai continuo delle auto private in quella piazza, ma di essere d’accordo all’apertura di un corridoio idoneo al passaggio dei mezzi di soccorso e a quelli delle forze dell’ordine. Invece, a meno di un ripensamento, la viabilità sarà ripristinata al termine dei lavori, anche se bisogna capire, per l’appunto, se solo in ingresso oppure anche in uscita verso via Cagliari.

L’amministrazione, salvo ripensamenti dell’ultima ora, ha fatto prevalere l’interesse dei commercianti, i più penalizzati dalla presenza del cantiere. «Le perdite economiche subite finora – dicono – sono molto alte. Impedire il transito e la sosta dei veicoli significherebbe dare il colpo di grazia alle nostre attività. In questa zona trovare parcheggio è già molto difficile, così, se i clienti fossero costretti a lasciare l’auto a qualche centinaio di metri, neppure si fermerebbero e andrebbero da un’altra parte».

Tornando ai lavori, la posa del pavimento è quasi conclusa, rimangono scoperti soltanto i settori delimitati dagli archeologi, quelli che, stando alle informazioni fornite dall’amministrazione comunale qualche settimana fa, dovrebbero essere contraddistinti con inserti di diversa colorazione. Raimondo Zucca aveva proposto la riproduzione, con materiale idoneo, del quadro di Giacinto Satta, pittore ozierese del Novecento, che raffigura una veduta dell’esterno di Sa Pratza de Majoria e dell’antica Porta a Mari, così come doveva essere nel 1884. L’invito dell’archeologo oristanese dell’Università di Sassari, pare non essere stato accolto dagli amministratori. Nel mentre, gli operai hanno eseguito una trivellazione nell’aiuola che ospita la pianta di magnolia, il cui stato di sofferenza è ormai palese, i motivi di quello scavo, eseguito venerdì scorso sotto l’occhio vigile degli archeologi, non sono noti.

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