La Nuova Sardegna

Oristano

La protesta

I pescatori dei compendi ittici dell’oristanese accusano la Regione: «Ci ignora»

di Michela Cuccu

	Un momento dell'assemblea
Un momento dell'assemblea

Attività a rischio per il mancato utilizzo dei fondi a disposizione per le bonifiche

12 giugno 2024
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Arborea I pescatori della marineria oristanese andranno a protestare a Cagliari. L’ipotesi di manifestare sotto il palazzo della Regione era nell’aria da diverso tempo. La decisione però è stata presa durante l’assemblea di ieri mattina. Alla peschiera 17, davanti allo stagno di Corru s’Ittiri, nessuno dei consiglieri regionali e degli assessori (Gian Franco Satta, titolare dell’Agricoltura e Rosanna Laconi, assessora all’Ambiente) invitati si è presentato. I pescatori, delusi, a questo punto si sono sentiti snobbati, anzi, ignorati da coloro che considerano gli interlocutori principali di una vertenza che va avanti da anni per avere definiti quegli interventi che permettano di rilanciare il settore ora in gravi difficoltà. I pescatori chiedono infatti interventi strutturali definiti improcrastinabili, come la pulizia dei canali e il dragaggio dei fondali. «I soldi ci sono: nelle casse della Regione hanno sei milioni di euro per il nostro settore che ancora non vengono spesi», ha detto Antonio Loi, presidente del consorzio delle cooperative di Marceddì che ieri ha chiamato a raccolta i presidenti delle cooperative di pesca della provincia, ma anche i rappresentanti delle organizzazioni di categoria e del settore cooperativistico, tra i quali, Mauro Steri responsabile del settore pesca di Legacoop e Raffaele Manca di Confcooperative. Con loro anche sindaci e assessori di Arborea e Terralba che hanno solidarizzato con i manifestanti. La scelta di riunirsi sulla strada 18, accanto alla peschiera 17 non è stata casuale. Il canale che collega lo stagno di Corru s’Ittiri con il mare ormai è quasi completamente interrato e lo scambio idrico con il mare ormai è chiuso.

« Gli stagni si stanno trasformando in paludi – ha detto Antonio Loi – le acque asfittiche stanno dando enormi problemi: in questi ultimi giorni la Asl, che ha riscontrato parametri difformi sui campioni di una grossa partita di arselle, ci ha imposto l’immediato ritiro dei molluschi dal commercio. Il guaio è che la comunicazione ci è stata data una settimana dopo che le arselle erano già state vendute. Il danno è di almeno centomila euro. Qualcuno mi dica come faremo a riprenderci». Giuliano Cossu, presidente del Consorzio Mar’e Pontis di Cabras, oltre a porre l’accento sulle opere nei compendi ittici ancora non eseguite, ha riproposto la questione dei cormorani. «Sono predatori che si portano via almeno il 40 per cento del prodotto: mangiano di tutto: il fitoplancton ma anche le uova dei pesci e gli avannotti. Stimiamo danni per 7 milioni ma i ristori della Regione si fermano ad appena 200 mila euro. Abbiamo anche il problema della noce di mare che sta infestando i nostri stagni con danni incalcolabili se non si interverrà al più presto». I pescatori di Cabras sono stati tra i primi a proporre un sit in a Cagliari dopo che l’incontro con l’assessore all'Agricoltura Gian Franco Satta, che doveva tenersi nelle scorse settimane, è saltato.

«Non certo a causa nostra – ha precisato Cossu – noi abbiamo la necessità di sapere dalla Giunta regionale quali siano i programmi per il nostro settore. Chiediamo che venga salvaguardato l’ambiente che è la condizione fondamentale per produrre pesce di qualità». Il problema della scarsa ossigenazione delle lagune è stato ripreso anche da Alberto Porcu della cooperativa Sant’Andrea che opera nello stagno di S’ena arrubia, dove, nelle scorse settimane c’è stata una pesante moria di pesci. «Noi sappiamo che sono previste opere in tutti compendi. Purtroppo quei lavori che per noi sono urgenti, tardano ancora». Sulla necessità di sbloccare i fondi della Regione sono intervenuti anche i sindaci. «Dobbiamo operare su due fronti: l’emergenza per ripulire almeno in parte i canali e quindi passare ad interventi strutturali più importanti – ha detto Manuela Pintus, sindaca di Arborea – la mia proposta è anche quella di attivare tavoli intersettoriali per arrivare ad una programmazione degli interventi sentendo anche coloro che nei nostri stagni lavorano». Anche il sindaco di Terralba, Sandro Pili, ha puntato sull’urgenza di alcuni interventi per ripristinare gli apporti idrici dal mare. «Le opere idrauliche sono le più urgenti. Speriamo che questa sia la volta decisiva».

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