Strage di pesci negli stagni dell’Oristanese, i pescatori: “Rischio catastrofe”
In un documento, inviato agli assessori regionali all’Agricoltura, Gian Franco Satta, e all’Ambiente, Rosanna Laconi, i presidenti dei consorzi e delle cooperative sollecitano interventi urgenti
Terralba «Gli stagni dell’Oristanese rischiano un’imminente catastrofe ecologica»: l’appello è dei presidenti delle cooperative e dei consorzi di pescatori che hanno in gestione i cinque compendi ittici. Un documento che annuncia il rischio di nuove morie e che, per scongiurarle, sollecita interventi urgenti è stato inviato nel primo pomeriggio di ieri agli assessori regionali all’Agricoltura, Gian Franco Satta e all’Ambiente, Rosanna Laconi, e al direttore generale del Servizio pesca e acquacoltura, Gavino Giovanni Paolo Palmas. Poche righe nelle quali i presidenti del nuovo consorzio cooperativo Pontis di Cabras, Giuliano Cossu; del consorzio cooperative pesca Marceddì, Antonio Loi; Emanuele Cossu della cooperativa pescatori di Santa Giusta, Raffaele Manca del compendio Is Benas e della cooperativa pescatori Sant’Andrea, Alberto Porcu; chiedono alle istituzioni l’avvio di opere urgenti per il dragaggio dei canali adduttori e dei fondali degli stagni. L’interramento quasi totale dei canali ha di fatto bloccato l’interscambio idrico tra stagni e mare. Di conseguenza, la scarsa ossigenazione, unita alle alte temperature di questi giorni, destinate a salire ulteriormente, hanno trasformato gli specchi d’acqua in trappole dove i pesci stanno morendo per il caldo e asfissia. Alle recenti morie di S’Ena Arrubia e San Giovanni di Marceddì, ieri se n’è verificata una alla peschiera 17 di Corru S’Ittiri. Il timore è che però, date le condizioni, le morie possano estendersi anche negli altri compendi. E sarebbe il disastro.