Lite dopo Tharros-Carbonia, rischio Daspo per il patron Tonio Mura
Già fermato dalla questura per due anni l’ex portiere biancorosso Gabriele Dardano Mereu, intanto è stato aperto il procedimento contro il numero uno della squadra di Oristano
Oristano Non c’è solo la giustizia sportiva ad abbattersi sulla Tharros. L’agitato finale dello spareggio salvezza perso col Carbonia, che aveva condannato i biancorossi oristanesi alla retrocessione in Promozione, rischia di generare pesanti ripercussioni sul versante societario. La mezza rissa esplosa dopo il novantesimo è finita nel mirino delle autorità di pubblica sicurezza e coinvolge anche il proprietario della Tharros, Antonio Mura, il cui futuro resta appeso a un filo perché nei giorni scorsi gli è stato comunicato l’avvio di un procedimento di valutazione che potrebbe portare a un Daspo ovvero al divieto di avvicinamento agli eventi sportivi, decisione già notificata all’ex portiere biancorosso Gabriele Dardano Mereu, in campo quel giorno.
L’estremo difensore, salvo esito differente a seguito dell’annunciato ricorso contro il Daspo emesso dall’Ufficio misure di prevenzione e sicurezza della Divisione anticrimine della questura di Oristano, sa già che per due anni non potrà difendere i pali di alcuna formazione – a incastrarlo ci sarebbe un filmato –. A tanto ammonta l’interdizione dai luoghi in cui si svolgono le competizioni, che va a peggiorare quella comminata dal giudice sportivo, che si occupa però degli aspetti legati all’ambito delle gare e non entra nel merito delle questioni di pubblica sicurezza. Il patron biancorosso, invece, è ancora sulla graticola e attende, sorpreso per quanto accaduto: «Ho ricevuto un’inibizione fino al 31 dicembre, su questa novità francamente non so che dire. Nel ritorno dello spareggio salvezza Tharros-Carbonia c’erano dei giocatori che si picchiavano in campo a fine partita, e sono intervenuto, entrando in campo, perché avevo organizzato un terzo tempo a prescindere dal risultato finale. C’era un accordo con il presidente del Carbonia. E questo è documentato». Il proprietario della Tharros ricorda: «Avevo chiesto anche personalmente scusa, chiudendo quella vicenda, nel giorno dell’incontro pubblico. Sono tranquillo. Solitamente il Daspo viene dato se si mettono le mani addosso a qualcuno, cosa che non è minimamente successa. Anche se ci sono stati comportamenti sbagliati da parte di alcuni atleti. Ma io da questo punto di vista mi sento a posto».
Tonio Mura ricorda poi la partita, Tharros-Capoterra: «Si picchiarono in campo e non mi risulta che furono emessi analoghi provvedimenti in quella circostanza. Non vedo perché debbano farlo stavolta, c’è stato qualche screzio fra i giocatori, ma io non ho partecipato». Quindi Mura precisa: «Dovevamo andare tutti assieme a mangiare dopo la partita. Poi è vero, entrando lì per cercare di calmare le acque, ho incrociato l’arbitro e qualcosa, a livello puramente verbale, gli ho detto. Ho ritenuto che non abbia tenuto un atteggiamento perfetto nei confronti della nostra squadra. Ma tutto è finito lì. Se arrivasse un Daspo vorrei capire bene quali sono le motivazioni di un simile provvedimento». Il patron della Tharros conclude: «Quando ero giovane ho commesso degli errori, ma erano molti anni fa. Se oggi mi si vuol far pagare qualcosa successo trent’anni fa, non so che dire». Intanto gli avvocati si stanno già muovendo. Ezio Ullasci e Valerio Martis, che assistono il portiere Gabriele Dardano Mereu stanno preparando il ricorso contro il Daspo appena ricevuto, mentre per il caso del patron Tonio Mura, l’avvocato Ezio Ullasci, ha invece fatto richiesta di accesso agli atti che è stata respinta dalla questura e, proprio per questo motivo, potrebbe essere oggetto di scontro legale nello scontato ricorso al Tar per provare ad annullare il provvedimento nei confronti del giocatore e, se arrivasse, anche quello verso il proprietario della società. Il problema è che la Tharros potrebbe subire un pesante contraccolpo in questa delicata fase di ricostruzione che segue la retrocessione.