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Oristano, il primo allenatore di Oppo racconta gli esordi del campione olimpico: «Era molto timido»

di Michela Cuccu
Oristano, il primo allenatore di Oppo racconta gli esordi del campione olimpico: «Era molto timido»

A svelare le prime gare dell’atleta è l’oristanese, di 63 anni, Cesare Marras, che oltre ad allenare al Circolo nautico lavora come operatore di sportello nell’ufficio postale di Donigala Fenughedu

22 agosto 2024
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Oristano È andato a Parigi per festeggiare la medaglia d’argento del suo allievo e ora racconta con orgoglio il campione olimpico. «Ho allenato Stefano per sette anni, dal 2003 al 2010 e devo confessare che all’inizio non mostrava le caratteristiche che sono poi emerse da adulto: da piccolo, infatti, era molto timido e un po’ scoordinato. Dai 13 anni in su Stefano è andato via via migliorando nelle sue prestazioni fino a diventare il miglior canottiere sardo della sua categoria, e facendo poi il grande salto con le selezioni per il college remiero di Piediluco: da lì in poi è iniziata la sua magnifica carriera, culminata nei successi che tutti conosciamo». È il ritratto che non ti aspetti, quello di Stefano Oppo, quando, da ragazzino non sapeva che un giorno sarebbe salito sul podio per due olimpiadi di seguito: medaglia di bronzo a Tokyo nel 2020, d’argento a quelle di Parigi appena concluse.

A raccontare gli esordi del campione è Cesare Marras, per tutti Antonio, primo allenatore di Oppo. Oristanese, 63 anni, un diploma superiore da perito aziendale e corrispondente in lingue estere in tasca, lavora presso Poste italiane dal 1984, applicato come operatore di sportello nell’ufficio di Donigala Fenughedu. Da oltre 40 anni Marras è un membro attivo del Circolo Nautico Oristano e dal 1982 svolge l’attività di allenatore, ruolo nel quale ha avuto modo di seguire la crescita sportiva del canottiere. «Personalmente, sia la medaglia di Bronzo conquistata a Tokyo che quella d’Argento conquistata poche settimane fa, mi hanno riempito d’orgoglio e soddisfazione», dice. Quarant’anni in Poste Italiane e quarant’anni di canottaggio: il lavoro e la passione sono andati di pari passo nel corso della vita di Antonio, che tra lo sport e il lavoro trova dei punti in comune. «In entrambi i contesti – racconta – credo che il mio sia un ruolo sociale: allo sportello, nel rapporto con i clienti, cercando di capire quali sono le loro esigenze, con un occhio di riguardo alle persone anziane e più fragili. Sul campo di allenamento e di gara con i ragazzi, che cerco di contribuire a farli crescere attraverso lo sport, insegnando loro l’umiltà e l’applicazione, senza scordare mai il divertimento, alla base di tutta la nostra attività».

A Marras piace dunque raccontare il suo lavoro e il suo ruolo di allenatore. «Ovviamente, ambedue i ruoli richiedono una grande capacità di rapportarsi agli altri, oltre che buone doti comunicative, per poter essere svolti al meglio. Il lavoro alle Poste mi ha dato la tranquillità economica e la possibilità di avere il tempo da dedicare al canottaggio, e la serietà del Circolo Nautico Oristano, siano stati due elementi importantissimi per me, ai quali sento di aggiungere il fondamentale contributo fornito della mia famiglia». Al ritorno di Stefano da Tokyo, l’allenatore ha festeggiato con lui qui in Sardegna: « a Parigi non potevo mancare: ero sul campo di gara e al suo arrivo sono esploso di gioia! Non c’è stato spazio per tante parole, dopo la gara – ammette infine Antonio - ambedue eravamo troppo emozionati per parlare».

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