Incubo lingua blu anche nell’Oristanese: coinvolti 44 Comuni
A darne notizia l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise che ha evidenziato la presenza del virus in due allevamenti di Narbolia e San Vero Milis. La Asl ha avviato ha avviato le procedure per ridurre il rischio di una ulteriore diffusione. Intanto la Coldiretti lancia l’allarme
Narbolia Due i focolai da sierotipo 3 e numerosi altri casi sospetti in almeno 64 allevamenti. I capi finora deceduti sono 51, 619 quelli contagiati dal virus. A certificare la presenza della blue tongue anche nell’Oristanese è l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise che ha evidenziato la presenza in due allevamenti di Narbolia (nella foto) e San Vero Milis. Si attende invece la conferma per numerosi altri casi sospetti negli altri allevamenti segnalati. Cresce dunque l’allarme per la diffusione della lingua blu, un incubo che ritorna e che gli allevatori hanno cercato in ogni modo di evitare con ripetuti appelli alla Regione: «Purtroppo inascoltati, vaccinare ora è inutile oltre che deleterio», spiega amareggiato il direttore Coldiretti Oristano, Emanuele Spanò. «Nell’Oristanese sono stati colpiti 44 comuni su 88, dopo quelli della Gallura – racconta Spanò – anche gli allevamenti di questo territorio rischiano di essere decimati, nonostante avessimo chiesto alla Regione un intervento tempestivo sulle vaccinazioni e un supporto economico per l’acquisto di repellenti che potessero arginare la diffusione della malattia». Il servizio di Sanità animale della Asl 5, diretto Enrico Vacca, ha disposto un provvedimento sanitario per ridurre il rischio di un ulteriore diffusione della blue tongue nelle zone non ancora interessate dalla circolazione virale attraverso il controllo delle movimentazioni di animali di specie sensibili alla malattia.
I paesi coinvolti: Abbasanta, Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Bonarcado, Busachi, Cabras, Cuglieri, Fordongianus, Ghilarza, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Marrubiu, Masullas, Milis, Mogoro, Morgongiori, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Paulilatino, Pompu, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Santulussurgiu, Seneghe, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Siris, Solarussa, Terralba, Tramatza, Ula Tirso, Uras, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. «Le movimentazioni di specie ovina, caprina e bovina, sia da vita che da macello, in provenienza dai 44 Comuni verso le zone non interessate dalla circolazione virale, devono essere concordate con i servizi veterinari di partenza e destinazione con prenotifica o nulla osta di almeno 48 ore», ha spiegato il direttore del servizio Vacca, che specifica: «Le stesse movimentazioni sono subordinate al rispetto di alcune misure di riduzione del rischio, come il trattamento con insetto repellente e successivo test Pcr, o la permanenza in uno stabilimento protetto da vettori. Le movimentazioni da macello nel territorio nazionale possono essere consentite senza restrizioni, a condizione che gli animali siano macellati entro 24 ore dall’arrivo al macello e che i mezzi di trasporto siano trattati con insetticida».