Maltempo, i comuni del Terralbese deliberano lo stato di calamità naturale
Intanto i pescatori dello stagno di San Giovanni scrivono alla Regione: «Danni ingenti»
Terralba Dopo il nubifragio che ha devastato mezza Sardegna, anche nell’Oristanese la conta dei danni non è stata ancora certificata, quel che è certo: «Riguarda abitazioni, aziende agricole, infrastrutture, linee elettriche». Ecco perché i sindaci dei comuni di Terralba, San Nicolò d’Arcidano e Marrubiu hanno deliberato lo stato di calamità naturale: «Nell’incontro per la definizione della governance degli ambiti territoriali di Protezione Civile che si è svolto ieri (30 ottobre) a Terralba abbiamo inoltre affrontato l’argomento “emergenza”», ha spiegato il sindaco del paese Sandro Pili. «Mancano uomini e mezzi», hanno detto i sindaci durante l’incontro in cui si è fatto il punto sul futuro: «Sarà realizzata una sala operativa per gestire emergenze e per attività di formazione e approfondimento delle varie tematiche a livello territoriale», ha spiegato ancora il sindaco di Terralba: «Una sorta di Centro operativo sovracomunale che sarà coordinato dalla Prefettura e che ci permetterebbe di affrontare al meglio situazioni d’emergenza come quelle che ci hanno travolto nei giorni scorsi».
Intanto anche i pescatori lanciano l’allarme e scrivono alla Regione. In un documento appena inviato segnalano i danni «ingenti» e sollecitano la Giunta: «Nello stagno di San Giovanni abbiamo avuto una moria di pesci, dai muggini alle sogliole fino a granchi e gamberetti». Oltre: «Due barche affondate con la perdita dei motori fuori bordo, l’attrezzatura del lavoro trascinata al largo come le reti di circuizione, bertivelli e nasse», spiega il presidente della Consorzio Cooperative riunite della pesca Marceddì, Antonio Loi.