La Nuova Sardegna

Oristano

Il racconto

Tremila cormorani assediano lo stagno di Cabras, pescatori disperati – VIDEO

di Paolo Camedda

	I cormorani affollano lo stagno di Cabras
I cormorani affollano lo stagno di Cabras

La denuncia di chi lavora nella peschiera di Sa Madrini

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Cabras Sono da poco passate le otto e mezza del mattino. Dopo le piogge notturne, il cielo sulla laguna è azzurro e splende un piacevole e tiepido sole sulla peschiera di Sa Madrini nello stagno di Cabras. Il presidente del Nuovo Consorzio Cooperative Pontis, Giuliano Cossu e un gruppo di pescatori sono reduci dal turno notturno e i volti sono delusi e insoddisfatti: «Non ce la facciamo più, se va avanti così ci costringeranno a cambiare mestiere. abbiamo tanti problemi, in primis quello dei cormorani, che non è mai stato risolto». Vicino alla peschiera vera e alle vasche di cattura attorno ai lavorieri, si dispongono i cormorani. Ce n’è ancora una cinquantina e in mezzo a loro si nota anche qualche gabbiano. «Quelli rimasti hanno già mangiato – spiega Cossu – e ora si stanno riposando».

Ci si avvicina sino a una quindicina di metri, ma gli uccelli sembrano non curarsene. A un certo punto dai lavorieri si spostano più in là, sopra la parte lignea di quel che resta di una vecchia struttura che doveva servire per allevare le cozze, un progetto mai decollato. Ma è durante la notte, secondo quanto riferiscono i pescatori, che arrivano a migliaia: «Ogni giorno, la mattina presto da Mistras e dal mare arrivano in peschiera duemila, forse tremila esemplari e Prendono d’assalto i lavorieri. Ogni giorno apriamo le grate per far entrare il pesce che arriva dallo stagno nelle vasche e loro si trovano il lavoro difficile praticamente già fatto, non devono nemmeno faticare. Come scorgono il pesce entrano dentro i lavorieri e fanno un macello, portandosi via il frutto del nostro lavoro. Naturalmente non si mettono problemi a cacciare anche nello stagno. Ogni esemplare di cormorano mangia circa mezzo chilo di pesce al giorno e in mezzo ci sono anche i piccoli muggini da bottarga, le orate e le spigole. Moltiplichiamo questo mezzo chilo per 180 giorni e abbiamo la dimensione del disastro che combinano, anche dal punto di vista del depauperamento del pesce. Spesso non si accontentano e, nonostante siano sazi, feriscono altri pesci. Di fronte a questa situazione e all’immobilismo delle istituzioni, ci sentiamo impotenti. Ogni giorno nelle cosiddette camere della morte recuperiamo diversi esemplari di cormorani, che puntualmente restano impigliati nelle reti».

E dopo aver mangiato, quando il sole sale, gli uccelli si spostano poi verso oriente. Alla presenza dei cormorani si aggiunge quella sempre più invasiva della noce di mare. «Siamo invasi da questa specie aliena – denunciano i pescatori –, riempie le reti e le rende molto pesanti da tirar su. Essendo fluorescenti, le noci di mare permettono al pesce di non restare impigliato nelle reti. Si parla tanto del granchio blu, ma la noce di mare è un grosso problema». Preoccupano poi le condizioni della peschiera di Sa Madrini. «C’è un progetto di ristrutturazione, così come ce n’è uno per sistemare l’antica peschiera in canne di Mar’e Pontis, ma al momento tutto tace. Basta fare due passi qui per vedere che ci sono parti in ferro arrugginite, pilastri che stanno cedendo. Con le regole sempre più ferree che disciplinano il lavoro, fare il nostro mestiere sta diventando impossibile. Anche prendersi cura delle peschiere è un compito che compete alla Regione».

Non bisogna infine dimenticare la questione idraulica e ambientale. «Pian piano anche qui alla foce il canale si sta riempiendo di terra e il livello dell’acqua si sta abbassando sensibilmente – evidenzia Giuliano Cossu –, anche a causa della sporcizia che si deposita. I canali all’uscita di Cabras sono praticamente tappati e l’acqua non circola più bene. Bisogna intervenire con le bonifiche – conclude il presidente –. Non pretendiamo che all’improvviso la politica regionale risolva tutto, ma che almeno si inizi pian piano ad affrontare questi problemi».

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