Bosa, si accende il dibattito politico sulle concessioni del fiume Temo
La consigliera Cristina Cacciapaglia: «Ecco perché ho votato contro la proposta della giunta»
Bosa Pur riconoscendo la necessità di procedere alla valorizzazione dell’asta fluviale urbana «la proposta che la giunta ha presentato, nel consiglio comunale del 18 marzo, si configura come un atto di mera individuazione dello specchio acqueo oggetto di concessione temporanea». La proposta è così definita: «Molto scarna negli elaborati, porta con sé una serie di incertezze, dubbi e profili di responsabilità poco chiari». Cristiana Cacciapaglia, consigliera del gruppo Bosa Cambia Bosa, precisa analiticamente le motivazioni del suo voto contrario alla delibera approvata a maggioranza con l’astensione dei colleghi di minoranza e un solo voto contrario, il suo: «L’auspicio che ho espresso dichiarando il mio voto contrario è quello che il discorso si possa elevare alla complessità che richiede il tema: che si riparta dal Piano di manutenzione dell’alveo e delle opere di difesa, che giace nei cassetti dell’amministrazione dal 2020, implementando uno strumento che renda ordinaria e periodica la manutenzione del fiume, almeno da San Pietro alla foce. Questa dovrebbe essere la prima condizione posta a garanzia della sicurezza idraulica, della navigabilità e della portualità», afferma la battagliera consigliera comunale.
Tra i dubbi sollevati c’è anche quello sulla futura tipologia di ormeggio definita all’inglese, cioè con le barche da sistemare in parallelo al molo fluviale e «con la previsione di smantellare i corpi morti presenti». Questo passaggio si innesta in un più ampio discorso, quello temporale della concessione richiesta: «Il regime pluviometrico in questo territorio e gli accadimenti degli ultimi anni dimostrano che non ci sono mesi sicuri: ricordiamo l’alluvione di maggio 2018 con il fiume oltre i livelli di allerta, comunque contenuto dalle difese esistenti». È la dimostrazione, secondo l’esponente di opposizione, che sarebbe «Necessario garantire alle imbarcazioni la possibilità di ancorarsi ai corpi morti, evitando che i natanti finiscano sulle banchine».
Per Cristiana Cacciapaglia inoltre «In un contesto in cui è assente ogni tipo di manutenzione dell’alveo del Temo e delle opere idrauliche (l’iter per il dragaggio è ancora in corso, quello delle valvole a clapet idem, ndc), con interventi interamente rientranti nella responsabilità comunale, urgenti e necessari, trovo sia destituito di credibilità a queste condizioni il proposito di assumersi la responsabilità gestionale degli approdi». Dopo questa stoccata c’è infine il richiamo all’apertura imminente dei nuovi contestati cantieri per l’arginatura sulla sponda destra. Per Cristiana Cacciapaglia si opererebbe in uno scenario «Che potrebbe cambiare le condizioni di altezza e velocità della corrente anche in caso di onde di piena relativamente piccole, quelle che possono accadere anche a maggio o a ottobre».