La Nuova Sardegna

Oristano

Le parole

L’arcivescovo contro «il sonno della politica che pensa a salvare solo sé stessa»

di Mario Girau
L’arcivescovo contro «il sonno della politica che pensa a salvare solo sé stessa»

Duro monito del religioso verso le istituzioni locali e regionali

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Oristano La luce del Cristo Risorto per far ardere il cuore e generare nuova speranza, è l’augurio pasquale dell’arcivescovo padre Roberto Carboni, in una situazionale internazionale confusa e instabile che ferisce di rimbalzo l’Italia e la Sardegna. «Siamo al buio, nell’oscurità», dappertutto, commenta preoccupato il presule arborense. «Anche nella nostra isola – aggiunge – il sonno della politica, ormai solo avvitata su sé stessa sia a livello locale che regionale, non compie la sua promessa di ascoltare i cittadini ma sembra solo voler salvare se stessa e i propri interessi». Per monsignor Carboni solamente un fatto portentoso, con una sorpresa che supera ogni immaginazione, può cambiare una situazione difficile e mettere le persone «in grado affrontare il buio del nostro quotidiano. Sommersi dalle tragiche notizie di guerra, di morti inermi, di distruzione che lascia dietro di sé solo un cumulo impressionante di detriti e sangue, ci sentiamo smarriti – scrive l’arcivescovo nel suo messaggio pasquale agli oltre 216mila abitanti delle due diocesi di Oristano e Ales-Terralba – dentro una lunga notte che non sembra terminare mai. Il continuo bombardamento di notizie tragiche anestetizza le nostre coscienze e più nessuna notizia ci stupisce o indigna, né la sofferenza dei deboli e dei piccoli, né l’arroganza dei potenti».

Buio e oscurità diffusa. «Camminiamo a stento. Le prepotenze a livello globale – aggiunge padre Roberto – sono all’ordine del giorno; l’arma dell’economia e del profitto calpesta il diritto e la dignità di molti per accontentare pochi». Per far deviare il cammino della storia, «la speranza, pure necessaria, di un miglioramento delle condizioni dell’umanità, di un ritorno alla pace, di un rinnovato interesse per la cosa pubblica, non sarebbe sufficiente per accendere il nostro cuore». È necessario qualcosa di straordinario, un miracolo, che supera le leggi naturali e razionali: « Per noi cristiani l’annuncio della Pasqua – "Non è qui , è risorto come aveva detto” – ci sorprende e ci risveglia alla fiducia: l’oscurità non ha l’ultima parola. Cristo Risorto, l’unico in grado – dice monsignor Carboni – di affrontare il buio del nostro quotidiano, farci ardere il cuore e diventare, a nostra volta, irradiazione di speranza».

Nella messa crismale di Giovedì Santo, quando i sacerdoti rinnovano le promesse sacerdotali e vengono consacrati gli oli santi che saranno utilizzati nelle 142 parrocchie delle due diocesi per amministrare i sacramenti, lo sguardo dell’arcivescovo si è rivolto soprattutto all’interno. Con un annuncio programmatico di grande valenza per la chiesa locale: il prossimo 23 novembre ci sarà l’apertura ufficiale della visita pastorale, la prima di monsignor Carboni , il pellegrinaggio attraverso tutte le 85 parrocchie della diocesi oristanese per entrare nel cuore delle comunità. Nell’omelia in cattedrale padre Roberto ha ribadito le condizioni per un cammino veramente sinodale, che veda insieme clero e laici: preghiera, collaborazione e sostegno reciproco, arricchiti da sostanziose dosi di amabilità: «Dobbiamo volerci bene. Non si tratta di romanticismo, ma di carità. Se non sviluppiamo questa dimensione, in cui riconosciamo agli altri la loro intrinseca amabilità, la nostra predicazione al popolo di Dio – dice il vescovo ai suoi 170 sacerdoti, di cui una ventina religiosi – manca di un elemento essenziale per essere efficace: la coerenza, e finisce per trasformare la predicazione in sterile esercizio accademico».

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