Tutta la notte in fila per il medico di base: è polemica
Dopo il caos nel distretto di Terralba, scontro tra il consigliere regionale Cera (FdI) e i comitati per la salute
Oristano Un fiume inarrestabile di utenti in fila per scegliere la dottoressa di Terralba come medico di base, è scontro aperto tra il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Emanuele Cera e il Coordinamento dei comitati sardi per la sanità pubblica. Tutto è partito proprio dalle dichiarazioni del consigliere regionale: «Quanto accaduto nel distretto sanitario di Terralba è semplicemente inaccettabile – ha affermato –. Una gestione caotica, disumana e illogica che ha messo in ginocchio migliaia di cittadini, privati del diritto fondamentale all’assistenza sanitaria». Questo il suo commento sulla procedura adottata dalla Asl di Oristano per l’assegnazione di 500 nuovi posti per l’ambulatorio della dottoressa Magnolia Murgia, recentemente diventata medico di medicina generale nel territorio. Il tutto, secondo Cera, si è svolto senza alcun preavviso formale ai sindaci dei Comuni interessati e senza un’adeguata comunicazione ai cittadini.
«Già dalle prime ore del mattino – racconta l’onorevole FdI – si è assistito a scene vergognose: sistemi informatici in tilt, cittadini costretti a ripetuti tentativi online per poi doversi riversare fisicamente al poliambulatorio di Terralba, dove centinaia di persone, alcune in attesa dalla sera precedente, cercavano disperatamente di assicurarsi un medico di base. Un autentico caos». Il consigliere regionale chiede formalmente l’annullamento di questa procedura, definita «scandalosa e iniqua» e propone una soluzione più equa: «Si parta dai nuclei familiari completamente sprovvisti di medico, dando priorità ad anziani e persone con patologie croniche. Tutti devono avere pari opportunità, non si può continuare a mettere i cittadini l’uno contro l’altro».
Cera attacca duramente anche l’operato della giunta regionale e i comitati per la difesa della salute: «Promettevano un cambio di passo nelle politiche sanitarie e sociali, ma a oltre un anno dalle elezioni la situazione è solo peggiorata. Quello di oggi è l’ennesimo schiaffo a malati e persone in difficoltà. La pazienza è finita. Attendo che i comitati per la difesa della salute della provincia di Oristano organizzino presto una manifestazione di protesta, il loro silenzio li rende, di fatto, complici di questo degrado».
La risposta del Coordinamento dei comitati sardi per la sanità pubblica non si è fatta attendere: «Paradossale che proprio Cera, fino a pochi mesi fa esponente della maggioranza che governava la Sardegna e che si vanta di essere “un uomo del territorio”, pretenda di giudicare chi difende la sanità pubblica, quando la sua attività di sindacato ispettivo in materia sanitaria nella precedente legislatura appare limitata e non risultano evidenze di proposte di legge organiche da lui promosse per risolvere i problemi che denuncia». «Il consigliere, anziché polemizzare con chi nel silenzio delle istituzioni continua a difendere il diritto alla salute, dovrebbe interrogarsi su cosa ha fatto concretamente nei precedenti anni di governo regionale per affrontare la crisi del sistema sanitario del Terralbese che ora denuncia. Non è cambiando paradigma, passando da sostenitore della maggioranza a oppositore, che ci si può improvvisamente ergere a paladino di ciò che, con la propria azione politica o inazione, si è contribuito a rendere tale».
E proseguono: «A differenza di quanto lascia intendere Cera, i comitati hanno sempre mantenuto un dialogo aperto e costruttivo con tutte le forze politiche, senza distinzioni ideologiche, con l’unico obiettivo di portare all'attenzione delle istituzioni le legittime istanze dei cittadini in materia di salute pubblica. Appare evidente che il consigliere preferisca riconoscere solo le istanze che gli fanno comodo politicamente, ignorando il lavoro quotidiano, capillare e apartitico che il Coordinamento svolge nei territori più penalizzati dalla crisi del sistema sanitario regionale».
Intanto da Emanuele Cera arriva anche l’appello all’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi: «L’assessore venga in aula a riferire su quanto accaduto. I cittadini non vogliono più slogan, ma risposte concrete e immediate», appello esteso anche al nuovo commissario della asl di Oristano, Federico Argiolas, che ha già sottoscritto il nuovo contratto «e che si troverà, in regime di autotutela, a dover intervenire, prima che sia eventualmente il tribunale a doverglielo imporre».