Doccia fredda per il sindaco: ai dissidenti non basta un assessore
I quattro di Forza Italia lasciano il consiglio comunale nonostante la nomina del loro compagno di partito: la cronaca dell’ennesima giornata di crisi
Oristano Dopo il pressing a tutto campo dei vertici del suo partito e avendo di fronte la possibilità di assaggiare la torta, Luigi Mureddu ha detto sì come Simone Inzaghi davanti all’offerta araba. La “firma del contratto” propostagli da Massimiliano Sanna è arrivata nelle ore che precedevano il consiglio comunale, consentendo al sindaco di avere con sé in aula il nuovo assessore. Questo ha però fatto sì che la maggioranza si chetasse solo per un attimo e che la seduta si svolgesse solo in parte senza intoppi, per quanto non ci fossero votazioni in programma dal momento che è saltata la discussione sulla pedonalizzazione di piazza Manno. A un certo punto però è successo l’imprevedibile. I quattro consiglieri dissidenti di Forza Italia non hanno deposto l’ascia di guerra e hanno abbandonato l’aula, lanciando l’ennesimo avvertimento al sindaco: senza di loro non si va avanti e a loro l’assessorato consegnato a Luigi Mureddu non basta. Serve un altro pezzo.
Sin lì la minoranza, dovendo affrontare l’esame di una serie di interpellanze e interrogazioni, ne ha approfittato per avere le risposte in aula sulle proprie iniziative senza fare ostruzionismo. Il sindaco Massimiliano Sanna ha colto la palla al balzo per convincere tutti di aver risolto la crisi politica dopo 80 giorni, poi ha incassato l’amara sorpresa di chi pensava di aver riportato all’ovile la pecorella smarrita. Questo è stato solo l’ultimo atto di una giornata movimentata iniziata con un comunicato inatteso. Si dice che l’opera di persuasione dei vertici regionali di Forza Italia – leggi Pietro Pittalis e Ugo Cappellacci – sia stata talmente forte da convincere il tentennante Luigi Mureddu, che tre giorni prima aveva resistito alle moine del sindaco che gli aveva offerto l’assessorato alla Cultura. Alla fine sul piatto è finita, tra le altre, anche un’altra delega fondamentale, quella al Bilancio. A quel punto i dubbi di Mureddu sono cessati. All’ora di pranzo Massimiliano Sanna aveva firmato il decreto di nomina affidandogli Cultura, Organismi partecipati, Turismo, Pubblica istruzione, Patrimonio culturale, Bilancio, Programmazione e personale. Sembrava che tutto fosse risolto, invece è arrivata la doccia fredda. Che succede ora è un mistero: dal labirinto della crisi per ora non si esce.