La Nuova Sardegna

Oristano

La sentenza

Abusiva la trasformazione in appartamenti dell’ex albergo: il bene passa al Comune

di Enrico Carta
Abusiva la trasformazione in appartamenti dell’ex albergo: il bene passa al Comune

La Corte d’appello conferma il provvedimento dei giudici di primo grado: una mossa lo salverà dalla demolizione, ma chi ha comprato casa rimarrà beffato

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Oristano Da albergo per i tifosi inglesi e olandesi che arrivarono per i mondiali di Italia ’90 ad appartamenti per l’housing sociale. Il destino dell’ex Hotel Cama di via Vittorio Veneto sembra segnato e contemporaneamente appare scritta la sorte delle abitazioni vendute a diversi privati dopo che all’inizio degli anni 2000 c’era stato un cambio di destinazione d’uso alquanto contestato e ritenuto illegittimo dalla magistratura. A salvare il palazzotto dalla demolizione nelle parti considerate frutto di abuso edilizio è stato il Comune allorché dichiarò l’interesse pubblico dell’edificio, indicando quella della trasformazione in residenze per l’edilizia sociale quale prossima destinazione d’uso dell’immobile. La Corte d’appello di Cagliari, nei giorni scorsi, sembra infatti aver messo qualcosa che somiglia molto da vicino alla pietra tombale della vicenda. Ha infatti respinto il ricorso presentato dall’architetto Giovanni Michele Lochi, con cui l’avvocata Maria Assunta Argiolas mirava a ottenere la revoca dell’ordine di demolizione disposto dalla sentenza del tribunale di Oristano. In alternativa si chiedeva che venisse sospeso quel provvedimento e rideterminata una sanzione accessoria che salvasse almeno in parte la costruzione.

In realtà a evitare la demolizione sarà proprio la mossa adottata dal consiglio comunale qualche tempo fa perché i giudici Tiziana Marogna, Claudia Belelli e Francesco Alterio hanno confermato ancora una volta la bontà del giudizio del tribunale oristanese ritenendo gran parte dello stabile costruito col mancato rispetto delle norme urbanistiche. Secondo i magistrati, la metratura attuale è stata ottenuta utilizzando degli indici di edificabilità incongrui nel momento in cui la destinazione d’uso era cambiata da alberghiera a residenziale. La cubatura si sarebbe quindi gonfiata attraverso l’attestazione delle dimensioni del lotto non corrispondente a quelle reali e ciò avrebbe permesso al costruttore Lochi di sopraelevare, dividere gli spazi interni e realizzare balconi non in conformità con le norme del Piano urbanistico comunale.

La vecchia costruzione alberghiera, in tal senso, è stata ritenuta inglobata in quella del nuovo fabbricato, ritenuto per questo motivo dai giudici totalmente abusivo. La conseguenza sarebbe stata proprio quella della demolizione, ma l’intervento del Comune impedirà questo passaggio consentendo così anche di ridurre la fame di edifici per l’edilizia residenziale pubblica a canone moderato. Al costruttore resta l’ultima speranza della Cassazione e un ulteriore passaggio al Consiglio di Stato dove però gli spiragli sono pochi perché il Tar aveva dichiarato competente il tribunale dove ora si sta svolgendo il procedimento. Infine per coloro che avevano acquistato gli appartamenti in buona fede, restano altrettanto scarse le speranze di restare in possesso della casa.

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