Assunzioni sospette all’Assl: l’Ats chiede un maxi risarcimento
Udienza del processo legato all’inchiesta Ippocrate. Le difese vogliono le assoluzioni
Oristano È tempo delle arringhe difensive, al processo scaturito dall’inchiesta Ippocrate che ipotizza assunzioni e concorsi pilotati alla vecchia Assl 5 negli anni della gestione targata Partito dei Sardi. L’udienza di ieri, arrivata dopo quattro anni di dibattimento, ha visto le difese cercare di smontare punto per punto le tesi del pubblico ministero Marco De Crescenzo, che aveva chiesto condanne tra nove e tre anni per cinque dei tredici imputati, mentre le altre posizioni sono decadute per effetto della prescrizione o della riforma Cartabia che ha rivisto i termini entro i quali contestare l’abuso d’ufficio. Ieri è stata anche la volta delle parti civili. Mentre le difese hanno cercato di smontare le accuse, poco prima l’avvocato Paolo Raffaele Tuffu, in rappresentanza della vecchia Ats (Azienda Tutela della Salute che poi è stata sostituita da Ares) ha chiesto un risarcimento danni di mezzo milione di euro «per il grave danno all’immagine e alla credibilità e alla reputazione causato all’Azienda sanitaria». In subordine il legale ha chiesto che il collegio – presidente Carla Altieri, giudici a latere Elisa Marras e Serena Corrias – stabilisca il pagamento di una provvisionale da quantificare. Il legale, che si è uniformato alle conclusioni del pubblico ministero, ha annunciato, in caso di condanna, di portare di fronte al tribunale civile la questione sull’entità del risarcimento. Ha deciso invece di rinunciare a intervenire l’avvocato Salvatore Casula, parte civile per la dirigente del settore delle professioni infermieristiche Barbara Collu, decisione motivata a seguito della cancellazione del reato di abuso di ufficio e quindi del presunto reato per il quale era parte lesa.
Gli interinali Al centro della discussione di ieri, la posizione di Gavina Agnese Caterina Canalis, responsabile dell’agenzia interinale E-Work di Sassari. Per lei, accusata di aver favorito richieste nominative di personale dall’Assl, aggirando le procedure di selezione, il pubblico ministero aveva sollecitato la condanna a tre anni di reclusione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Ravenna, si è concentrata sull’assenza di obblighi contrattuali violati. L’accusa parla di regole non rispettate, che avrebbero imposto a E-Work di selezionare e formare il personale in modo «oggettivo». Eppure, come sottolineato dall'avvocato «il contratto d’appalto del 2013 tra Assl ed E-Work non conteneva affatto clausole che imponessero criteri oggettivi di selezione o divieti di indicazione nominativa. L’agenzia doveva solo garantire personale preparato e adatto alle esigenze dell’Assl e su questo fronte, non ci sarebbe mai stata alcuna pecca. L’attenzione era sulla qualità e quantità delle risorse umane, non sulle modalità di selezione interna all'agenzia». Tra le assunzioni contestate, poi, solo sei su novantotto sarebbero state indicate da Antonio Succu, l’ex primario di ostetricia del San Martino e principale imputato, per il quale è stata sollecitata la condanna a nove anni.
Un tassello fondamentale per la difesa di Canalis è una sentenza della Cassazione del 2020: «La Corte aveva già rilevato l’assenza di clausole contrattuali violate, chiedendo di identificarle: procura e tribunale non le hanno mai trovate, semplicemente perché non esistono. Se la Cassazione, esaminando gli stessi documenti, non ha ravvisato frodi, per la difesa il caso è chiuso». Anche l’offerta tecnica di E-Work, citata dall’accusa, «non era un elenco di obblighi rigidi, ma un curriculum delle capacità, prevedendo la possibilità di usare un database di candidati già pronti e la validazione dell’Assl». Altro elemento evidenziato dall’avvocato Ravenna un errore nelle date: «La procura sostiene che la frode sia andata avanti fino all’ottobre 2019, ma in realtà il contratto era cessato un anno prima, a settembre 2018».
Il Partito dei Sardi Sotto i riflettori c’è anche la posizione di Gianni Piras, ex direttore delle professioni sanitarie dell’Assl, per cui la procura ha chiesto una condanna a 7 anni e 3 mesi. L’accusa lo lega a presunti accordi politici con esponenti del Partito dei Sardi per la sua nomina. I suoi avvocati, Luigi Satta e Aldo Lucchi, hanno tuonato in aula: «Dove sono i riscontri oggettivi? Nessuna prova lega Piras a dinamiche politiche». Hanno invece evidenziato il suo curriculum impeccabile – due lauree, grande esperienza –, superiore a quello di altri candidati, rendendo la sua nomina legittima. Sulle accuse di concorsi pilotati, la difesa ha ribadito la trasparenza del sistema e la possibile prescrizione dei fatti, chiarendo che eventuali anomalie tecniche erano errori innocui e che Piras, all’epoca, era solo un dipendente.
Prima di loro era intervenuto l’avvocato Francesco Marongiu, difensore di Nicola Contarini, indicato dalla procura come responsabile di Cagliari per l’agenzia Tempor. L’avvocato ha chiesto l’assoluzione: «In quell’agenzia Contarini non aveva alcun ruolo di responsabilità».