Comunità alloggio chiusa, nove anziani in cerca di sistemazione
La struttura non ha abbastanza personale per sopperire alle assenze dettate dalle ferie
Ardauli È caos nella comunità alloggio, che verrà chiusa a breve a causa della carenza di personale. Il gestore ha rinunciato a proseguire l’attività sostenendo di non essere in grado di garantire l’assistenza e tutte le prestazioni annesse con un numero di dipendenti limitato e insufficiente a coprire le assenze dettate dalle ferie durante la stagione estiva. La notizia dell’imminente sospensione del servizio è piombata come un fulmine a ciel sereno sugli assistiti e le famiglie, costretti in poco tempo a trovare una sistemazione alternativa in altre sedi.
La minoranza ha presentato un’interpellanza in Comune chiedendo l’immediata convocazione del Consiglio, sollecitando chiarimenti e reclamando soluzioni. Il caso sarà discusso in aula stamattina. I consiglieri Bernardino Tatti, Ilaria Carta e Roberto Putzolu imputano alla maggioranza la totale responsabilità dei contraccolpi generati dall’improvvisa chiusura della struttura socio-assistenziale. La sindaca Costantina Fadda ha cercato di tranquillizzare i cittadini assicurando che il problema sarà sanato nel giro di sei mesi tramite l’espletamento di una nuova procedura per l’affidamento del servizio.
Le sue argomentazioni non hanno però soddisfatto l’opposizione, convinta che la giunta abbia avuto tutto il tempo per gestire adeguatamente la faccenda ed impedire la chiusura della casa di riposo, condotta in proroga da tre anni e mezzo. «Dopo l’ultima dilazione scaduta nel febbraio del 2023 l’amministrazione avrebbe dovuto pubblicare il nuovo bando di gara e invece è stata capace solo di inerzia», ha accusato il consigliere Roberto Putzolu, che da sindaco caldeggiò la costruzione del centro anziani con otto posti letto, realizzato nel 2017. «Questo immobilismo ha provocato un grave danno sociale ed economico mettendo in crisi e creando enormi disagi a pazienti e familiari e facendo mancare le tutele che avrebbero permesso ai dipendenti che nel frattempo si sono licenziati e ai lavoratori attuali di essere assunti da un nuovo gestore». Putzolu non concede attenuanti all’esecutivo: «Se avesse compiuto a tempo debito i passi giusti – ha rimarcato – non saremmo a questo punto. Non è stata bandita una gara e non sono stati ultimati i lavori per portare a sedici il numero dei posti letto che avrebbero reso la struttura più competitiva».
Senza entrare in polemica con gli oppositori, la sindaca ha ripercorso le difficoltà incontrate e ha preventivato la ripresa dell’attività entro sei mesi. «Negli ultimi anni siamo riusciti a tenere “Casa mia” aperta solo grazie ai soci della cooperativa, che con spirito di sacrificio hanno accettato persino di lavorare senza stipendio. E in questa circostanza hanno garantito l’assistenza fino al trasferimento dell’ ultimo paziente», ha sottolineato Costantina Fadda accennando anche al danno d’immagine subito dalla Onoai in seguito alla causa intentata dall’Inps e vinta dalla ditta. Fadda ha assicurato che entro 30 giorni sarà pubblicato il bando di gara. «Con il nuovo codice degli appalti sarebbe stato insostenibile dare in affidamento una struttura da otto posti sottocosto. Ora possiamo procedere perché siamo finalmente in grado di affidare la gestione con la certezza di aprire l’ala nuova entro un anno. Sull’ampliamento della parte vecchia abbiamo investito quasi 800mila euro. Intanto stiamo per aprire il Centro diurno».