Caldo, polvere e adrenalina: a Sedilo va in scena un’Ardia carica di emozioni
Leonardo Pes ha guidato i cavalieri di San Costantino davanti a ventimila spettatori
Sedilo In ventimila trattengono il fiato. Il silenzio è rotto dagli zoccoli dei cavalli che sbattono sul terreno, poi partono le fucilate. È un catino rovente l’anfiteatro naturale di San Costantino, ma Il caldo, appena affievolito da qualche refolo di vento non troppo fresco che spira da maestrale, non si sente. La fine arriva quasi in un lampo, come se quei minuti fossero passati velocissimi con le menti sempre rivolte a quella frase: «In hoc signo vinces». Sotto queste insegne vincerai: questo racconta Eusebio, vescovo cristiano e biografo di Costantino il Grande, confermando la visione della croce che sarebbe comparsa in cielo la sera prima della battaglia di Ponte Milvio, combattuta e vinta dalle truppe dell’esercito cristiano contro Massenzio, nel 312 dopo Cristo. Costantino è venerato come santo nelle chiese orientali, anche se non riconosciuto come tale nel martirologio romano.
Alle 19.15 i cavalieri, accompagnati dal sindaco Salvatore Pes, dal parroco don Maurizio Demartis e da due carabinieri in alta uniforme, con caschetto indossato, sono arrivati a Su Frontigheddu, da dove Leonardo Pes, pandela matzore, affiancato da sa segunda Mario Nieddu e
sa terza Andrea Pes, giovanissimo figlio di Leonardo, alle 19.31 ha dato il via alla corsa. Un galoppo pulito, deciso e senza incertezze, scandito dai colpi dei quaranta fucilieri, guidati da Mario Melosu e schierati lungo il percorso, ha portato Leonardo Pes e le altre due pandelas, seguite dagli ottanta cavalieri, tenuti a bada perfettamente da sas iscortas, davanti al sagrato della chiesa, per ricevere gli applausi dei fedeli che li attendevano entusiasti.
Poi i tre giri al passo intorno al santuario, quindi la discesa, veloce e improvvisa, verso sa Muredda, breve sosta, e infine nuovo galoppo verso il santuario, dove l’Ardia si è conclusa con piena soddisfazione di tutti, organizzatori e pubblico, stimato in circa ventimila persone, che ha assistito alle varie fasi della corsa in silenzio, trattenendo il fiato fino alla fine. Non è stata una semplice corsa equestre, come tante ce ne sono nell’isola, ma una vera e propria manifestazione di fede e di devozione cristiana, che coinvolge tutti i cittadini sedilesi: ognuno dei quali ha un compito ben definito, che assolve con scrupolo e zelo. Perché tutti i cittadini sono protagonisti e parte attiva nella costruzione positiva dell’immagine, che ricade sull’intera comunità. Il tempo qui viene scandito con “prima e dopo l’ardia”. Ed è il tempo che intercorre tra un’ardia e l’altra. Un tempo interminabile per chi attende da anni, se non da decenni, di ricoprire il ruolo di prima pandela: Leonardo Pes era appena tredicenne quando si iscrisse nel registro delle pandelas, tenuto dal parroco. Emozione, fede, amore per la tradizione, rigorosamente rispettata in tutti i suoi aspetti, e in tutti i suoi momenti.
E tutto è andato per il meglio anche grazie alla macchina organizzativa, che non ha mostrato alcuna sbavatura. Sicurezza, gestita in maniera impeccabile dalla questura di Oristano, servizio veterinario e servizio sanitario garantiti da un imponente dispiegamento di ambulanze, personale sanitario e di soccorso, preparato e pronto per ogni evenienza. Perfino un posto medico avanzato, rivisto e potenziato rispetto agli anni scorsi grazie al supporto di Areus, coordinato dal 118 di Cagliari. Una struttura messa a disposizione dalla croce rossa, con all’interno diverse postazioni con monitor multiparametrici ed un ventilatore polmonare, gestiti da due medici anestesisti rianimatori. Domani mattina, lunedì 7 luglio, si replica. Ma in un clima più intimo, quasi riservato ai soli sedilesi, che così possono sciogliere il voto a Costantino, santo per tutti i devoti che continuano a riempire il santuario a lui dedicato di ex voto per grazia ricevuta, meno che per il martirologio cristiano.