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L’evento

Sicurezza e nuove regole, ma lo spettacolo dell’Ardia di Sedilo non perde il suo fascino

di Maria Antonietta Cossu
Sicurezza e nuove regole, ma lo spettacolo dell’Ardia di Sedilo non perde il suo fascino

Tutto il lavoro di Comune, parrocchia, associazione Santu Antinu e dei volontari per tenere viva la tradizione

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Sedilo Una tradizione da maneggiare con cura. Questa è l’Ardia per i sedilesi, che negli ultimi quindici anni si sono sentiti spesso minacciati dal rischio che l’inasprimento delle norme sulla sicurezza e la burocrazia snaturassero l’autenticità della manifestazione o ne minassero l’esistenza. Quest’anno il pericolo si è materializzato tra le righe del decreto ministeriale che disciplina le corse equestri al di fuori dei circuiti e degli impianti regolamentari. Il Comune ha iniziato così l’ennesima crociata per riuscire a contemperare le regole con il fascino di un rito antico e selvaggio. Il sindaco Salvatore Pes e altri rappresentanti istituzionali dei paesi direttamente interessati dal problema hanno lavorato sottotraccia congiuntamente ad alcuni esponenti della politica nazionale per alleggerire la pressione di una norma modulata su competizioni agonistiche e per questa ragione considerata incompatibile con la natura particolare delle manifestazioni storico-religiose.

In attesa di capire se le diplomazie in campo otterranno dei risultati, autorità civili locali e di pubblica sicurezza hanno continuato a lavorare sino alla vigilia dell’evento per tentare di trovare un equilibrio tra le prescrizioni volte a tutelare l’incolumità pubblica e la salvaguardia della tradizione. Gli eventi hanno preso la piega sperata dalla comunità. L’Ardia si farà. L’imponente macchina organizzativa messa in moto mesi fa non si arresterà fino a quando non si spegneranno i riflettori. Un’estesa rete di volontari coadiuva Comune e parrocchia. L’associazione Santu Antinu è uno dei pilastri storici della festa. Il consiglio religioso anche, come pure le pandelas e i fucilieri, a cui si è aggiunto il gruppo locale di protezione civile. E così la tradizione diventa un potente collante sociale. «Senza la fede o l’attaccamento a questa festa lo sforzo richiesto per preparare un evento così complesso non sarebbe sostenibile. È un lavoro che assorbe molte energie fisiche e mentali e implica non pochi sacrifici», dice il presidente della Santu Antinu, Angelo Porcu. «Per chi non va a cavallo lavorare all’organizzazione è un modo di omaggiare il santo e di sentirsi partecipi dell’avvenimento. Nel nostro caso ci si mette in gioco e ci si espone anche alle critiche, talvolta giuste, in altri casi gratuite, ma lo si fa indipendentemente da tutto per il desiderio di mantenere e tramandare una delle espressioni più importanti della nostra cultura.»

I preparativi tengono occupati il direttivo e i soci più attivi per parecchi mesi tra disbrigo di pratiche burocratiche, organizzazione degli spettacoli, del servizio sanitario, allestimento del presidio veterinario, pulizia dei terreni adibiti a parcheggi, manutenzione della pista e della corte, oltre alla gestione e al coordinamento delle attività durante la festa. «Quest’anno abbiamo investito molto sul programma nella prospettiva di trattenere i visitatori in paese dopo l’Ardia e in quest’ottica si inserisce anche la diversa soluzione logistica per gli spettacoli, trasferiti vicino a Su Fronte Mannu e alle giostre. Inoltre abbiamo reintrodotto sas pariglias di Santu Antinu, che si svolgeranno alla vigilia dell’Ottava. È una delle nove date in cartellone. Ma ciò che mi auguro per gli anni a venire, in considerazione delle difficoltà che incontriamo sistematicamente sul fronte della sicurezza, è che le istituzioni, e in particolare quella regionale, si adoperino per la conservazione delle tradizioni secolari tramite il varo di una legge di tutela.»

In prima linea operano anche i fucilieri, costituitisi in associazione nel 2018 ma sulla scena dell’Ardia da molto più tempo. Oggi saranno almeno in quaranta ad accompagnare il corteo equestre. «Il servizio che prestiamo è fondamentale rimarca il presidente Mario Melosu –. Già dall’anno scorso facciamo parte del sistema di sicurezza. Siamo a diretto contatto con cavalli e cavalieri, pronti a intervenire in caso di esigenze particolari come rimettere in carreggiata i cavalli usciti fuori pista». Scenderà in campo anche la protezione civile comunale, che impiegherà una settantina di volontari nel servizio d’ordine. L’accoglienza dei pellegrini e la cura del santuario attengono ai compiti del consiglio religioso, altra colonna portante dell’apparato messo in piedi per San Costantino. Sa priorissa è Sara Faedda, che insieme ad altre otto volontarie provvede alla pulizia e al decoro della chiesa per dodici mesi. Entrando a diretto contatto con i fedeli realizzano quanto sia forte e profondo il sentimento religioso che ogni anno spinge migliaia di persone a mettersi in viaggio verso Sedilo per seguire le celebrazioni, raccogliersi in preghiera, compiere i giri devozionali attorno all’edificio di culto sotto il peso di voluminose insegne benedette, per rinnovare una promessa o sciogliere un voto.

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