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Il caso

«Nudisti e sesso in spiaggia e in pineta» Is Arenas a luci rosse e scoppia la protesta

di Enrico Carta
«Nudisti e sesso in spiaggia e in pineta» Is Arenas a luci rosse e scoppia la protesta

Episodi segnalati al sindaco da più bagnanti. Il primo cittadino: «Area non autorizzata per il naturismo, interverremo subito»

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Narbolia I freni inibitori paiono saltati da tempo. Una passeggiata a Is Arenas diventa un film a luci rosse, improponibile se si cammina con bambini piccoli al seguito. Se ci si sposta poi sulla bellissima pineta retrostante, la camminata somiglia più a una corsa a ostacoli tra rifiuti, macchine parcheggiate sulla duna e coppie che fuggono da sguardi indiscreti per amplessi meno assolati e più discreti. Le segnalazioni fioccano, il sindaco Giangiuseppe Vargiu non gradisce questa «violazione costante di regole e buon costume», che in questo caso, manco a dirlo, va inteso anche come indumento che spesso non viene indossato. Probabilmente a ingenerare l’equivoco che l’intera spiaggia sia a disposizione di truppe di naturisti è il fatto che nel primo lungo tratto, quello a sud che ricade nel comune di San Vero Milis e che comincia dal canale della peschiera di Is Benas, è consentito da un’ordinanza del sindaco esporre al sole e all’aria le proprie grazie.

A giudicare dalle segnalazioni che si moltiplicano – il primo cittadino ne ha ricevuto anche oggi, lunedì 21 luglio, una verbale in municipio da un residente della zona e una via posta certificata – non si tratta di episodi isolati, ma di un comportamento diffuso che sta creando qualche imbarazzo ai bagnanti “vestiti”. L’ultimo reclamo ufficiale inviato anche alla capitaneria di porto oltre che al Comune, è quello di un vacanziere di Orvieto abituale frequentatore della parte di spiaggia in cui costume e boxer vengono indossati e sono obbligatori. Solo che, come a tutti, anche a lui piace fare due passi e godersi la bellezza di quel lungo golfo diviso su tre ambiti comunali: oltre a San Vero Milis e Narbolia, risalendo verso nord c’è da ultimo anche Cuglieri che però al momento è esente dal problema. Il vero fulcro di tutta la vicenda è proprio Narbolia, probabilmente per via del confine invisibile con San Vero Milis – niente muri trumpiani a indicare la delimitazione – e per il fatto che, oltrepassata la zona dei campeggi e del resort, l’area è pressoché selvaggia e non urbanizzata.

Il racconto del turista è dettagliato e chiarisce che all’incirca a metà della spiaggia, con tutta probabilità quindi ancora nei quasi due chilometri che ricadono sul territorio di Narbolia, «si intravedono coppie di uomini completamente nudi sdraiati, altri passeggiano come se nulla fosse sulla battigia, altri sono sdraiati nudi a prendere il sole sul bagnasciuga, altri ancora più avanti sono intenti a consumare sotto l’ombrellone come se fossero a casa loro». E non si equivochi quel «consumare» perché non ci si sta riferendo al cibo. Il racconto prosegue con la descrizione di una scena: un bagnante che immediatamente indossa il costume si fa incontro a marito, moglie e bambina e fornisce la spiegazione chiarendo che, sebbene non sia consentito spogliarsi, quel tratto di spiaggia è diventato una sorta di ritrovo spontaneo per i naturisti o nudisti di tutta la Sardegna.

Nella pineta invece sarebbe in vigore la legge della giungla, ma vegetazione e animali non c’entrano. La colpa è dei frequentatori umani che arrivano tranquillamente in auto laddove è proibito transitare perché c’è un bene ambientale da tutelare. Che ci passi l’uomo, oltre che dalle tracce degli pneumatici, lo si capisce dalla quantità di rifiuti persi o, peggio, abbandonati. Il tutto senza mettere nel conto che il parcheggio selvaggio mette anche a repentaglio la sicurezza, dal momento che i mezzi di salvataggio dei bagnanti o persino quelli dell’antincendio, avrebbero serie difficoltà a trovare il pertugio giusto per passare. E il sindaco Giangiuseppe Vargiu tutto questo lo gradisce assai poco, anche se il Comune, pur annunciando l’intervento immediato, ha le armi spuntate. In organico, come la maggior parte delle piccole amministrazioni, ha un solo agente di polizia locale che non può certo pattugliare 24 ore su 24 la lunga mezzaluna della spiaggia e la sconfinata area della pinete.

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