La Nuova Sardegna

Oristano

L’inchiesta

Le ferite, la macchina e il braccialetto elettronico: i punti da chiarire nell’omicidio di Claudio Manca

di Enrico Carta
Le ferite, la macchina e il braccialetto elettronico: i punti da chiarire nell’omicidio di Claudio Manca

Gli sviluppi sull’omicidio di Terralba. Intanto Battista Manis ha detto ai suoi avvocati di essere innocente

4 MINUTI DI LETTURA





Oristano Un’autopsia in due atti. Mentre Battista Manis attende l’esito dell’esame del medico legale che si concluderà solo oggi, dal carcere, l’unico indagato per l’omicidio volontario del 49enne Claudio Manca si professa innocente. L’ha detto due giorni fa ai suoi avvocati Antonio Pinna Spada e Cristina Morrone prima dell’udienza che ha portato alla convalida del fermo per indiziato di reato, fermo diventato ora una misura cautelare a tutti gli effetti dopo la decisione della giudice Federica Fulgheri che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Marco De Crescenzo che coordina l’indagine affidata ai carabinieri.

L’AUTOPSIA Ieri, venerdì 3 ottobre, doveva però essere il giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere l’autopsia, invece la parte principale dell’esame che deve stabilire l’orario e le cause esatte della morte del 49enne, investito lungo la circonvallazione e, secondo la tesi dell’accusa, poi colpito a morte con una serie di botte, non si è svolta. È stata infatti scelta una procedura insolita, ma attinente a un caso particolare come questo, per cui gli inquirenti stanno cercando di ricostruire ogni dettaglio. Si è quindi deciso di fare un passo preliminare ovvero di sottoporre il corpo della vittima a una tac. Le indicazioni della procura sono chiare: si vuole capire se la morte sia stata causata dall’urto con la macchina oppure se ci siano traumi interni riconducibili a percosse che abbiano contribuito a uccidere Claudio Manca. Questo tipo di esame ha richiesto quindi un allungamento dei tempi. Ieri mattina è stato conferito l’incarico al medico legale Roberto Demontis, consulente per la procura, mentre la famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Fabio Costa, ha nominato un proprio consulente scegliendo il dottor Domenico Nuvoli. Successivamente è stata eseguita per l’appunto la Tac. Tra i compiti del medico legale c’è poi anche quello di rilevare l’eventuale presenza di tracce biologiche appartenenti ad altre persone e questo rende ancora più chiara l’ipotesi investigativa su cui si sta lavorando ovvero che, nel momento in cui c’è stato l’incontro tra la macchina di Battista Manis e la bicicletta di Claudio Manca, l’imprenditore non fosse solo.

LA MACCHINA Questo è un altro punto centrale dell’indagine, perché c’è la convinzione che sulla circonvallazione non ci sia stato un incontro a due, ma che altre persone abbiano in qualche modo un coinvolgimento, per lo meno quali testimoni. di quanto accaduto. In più pare che Battista Manis non fosse alla guida della sua auto quando c’è stato l’investimento. Potrebbe essere invece stato al volante della macchina della moglie ed è su quella che si sarebbero concentrate in questi ultimi giorni, dopo la svolta nelle indagini e il successivo arresto, le attenzioni degli specialisti delle investigazioni scientifiche. Sarebbe infatti il veicolo ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dell’autolavaggio in cui Battista Manis si è presentato con la felpa dallo strano cappuccio a punta con dei conigli o degli unicorni disegnati, secondo gli inquirenti per tentare di pulire eventuali tracce di un possibile incidente. Questo dovrebbe inevitabilmente comportare anche un allargamento delle indagini ad altre testimonianze, compresa quella della proprietaria della macchina. Tra filmati ed esito dell’autopsia e quindi con l’orario della morte di Claudio Manca stabilito con precisione, incrociare vari dati sarà più semplice e questo agevolerà la ricostruzione esatta di quel che è accaduto tra giovedì e venerdì scorsi.

IL BRACCIALETTO C’è poi un altro punto su cui andrà prestata la massima attenzione. Battista Manis era stato sottoposto a una misura cautelare per tutt’altre vicende penali che prevedeva che indossasse il braccialetto elettronico. Questo sistema, che si usa in alternativa alla custodia cautelare in carcere dell’indagato, permette di stabilire con estrema precisione il luogo in cui si trova la persona che lo indossa e di intervenire nel caso violi qualche aspetto della misura cautelare. In questo caso sarà tutto più difficile perché, come lo stesso Battista Manis ha più volte mostrato nelle sue dirette social dei giorni successivi a quello in cui era stato dato fuoco alla sua casa, l’indagato spesso se lo toglieva quasi volesse sfidare le forze dell’ordine sostenendo che gli procurasse delle lesioni al polso. L’aveva addirittura scagliato in terra davanti ai vigili del fuoco che stavano spegnendo l’incendio della sua casa in un momento di collera per l’ennesimo attentato subito. L’indagato non può però disfarsi del braccialetto elettronico perché, nel caso in cui lo faccia, violerebbe la misura cautelare che gli è stata applicata e che andrebbe immediatamente inasprita. Al di là dell’interrogativo su come sia stato possibile che per circa una settimana non lo indossasse, l’averlo lasciato a potrebbe pesare tantissimo nell’indagine e in un eventuale successivo processo se gli indizi portassero nella direzione imboccata. Se Battista Manis se lo fosse realmente tolto per uscire di casa, avrebbe impedito la sua geolocalizzazione. L’avrebbe fatto per procurarsi un alibi e collocarsi in un punto distante da quello del delitto che quindi aveva premeditato? Oppure era per l’appunto solo una sfida alle autorità e l’incontro sulla circonvallazione sarebbe stato casuale? Sono risposte che ancora non ci sono. L’autopsia inizierà a darne qualcuna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Il caso

Flotilla, la sorella della giornalista sarda detenuta in Israele: «Sta tornando, non vediamo l’ora di abbracciarla»

Le nostre iniziative