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Dal Centro Sardegna alla Cina, la storica missione del frate ucciso per la sua fede

di Mario Girau
Dal Centro Sardegna alla Cina, la storica missione del frate ucciso per la sua fede

Padre Giovanni Soggiu partì per l’Oriente cento anni fa

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Norbello Cento anni fa di Norbello e Ghilarza si parlava oltre la Grande Muraglia e il Campidanese era usato quotidianamente nella missione di Hingan, una provincia dello Shensì meridionale. Il 5 novembre del 1925 in quella zona povera e montuosa al centro dell’attuale Repubblica Popolare Cinese, infatti, si stabilirono sei missionari oristanesi guidati da fra Giovanni Soggiu, francescano conventuale che alle aule giudiziarie aveva preferito la vita religiosa e l’evangelizzazione dei popoli. Una scelta di vita che gli è costata il martirio “in odium fidei”, che forse non sarà mai riconosciuto dalla Chiesa. Monsignor Giovanni Soggiu, che i francescani di tutto il mondo conoscono come «Il frate che nel 1925 guidò la spedizione dei missionari conventuali in Cina», nasce a Norbello nel 1883, primo di dodici figli. Scuole elementari in paese e nella vicina Ghilarza, quindi trasferimento a Sassari per medie, superiori e università. Nell’ateneo turritano a 22 anni si laurea in Giurisprudenza. Concluso il servizio militare, bussa al convento oristanese di San Francesco per iniziare il percorso di formazione che lo porterà nel 1912 al sacerdozio nell’ordine dei «conventuali». Nel 1913 si laurea in Teologia e incomincia il giro per i conventi sardi della sua famiglia religiosa: Iglesias, Bosa, cappellano nella Grande guerra, Oristano.

Nel 1925 la svolta missionaria. Il Capitolo generale dei frati minori conventuali accoglie l’appello di papa Pio XI a intensificare l’attività missionaria nel mondo e decide di aprire due nuove missioni. La risposta delle comunità religiose è esigua. Il ministro provinciale di Sardegna, padre Luigi Carta, ne parla con fra’ Giovanni Soggiu, che accetta e col suo carisma convince altri cinque confratelli sardi a partire con lui. Il 7 Luglio i sei nuovi missionari lasciano l’isola. Il 31 luglio da Brindisi si imbarcano per la Cina. Il viaggio in mare dura 43 giorni. Dopo l’arrivo al porto di Shanghai l’11 settembre, la spedizione sarda impiega altri 55 giorni avventurosi prima di raggiungere, il 5 novembre, Hingan. I frati si lanciano con entusiasmo nell’opera di evangelizzazione. In una relazione inviata alla curia generale nell’estate del 1929, quattro anni dopo l’arrivo, i risultati raggiunti: apertura di cinque case con presenza stabile dei missionari, di quindici scuole elementari, quattro orfanotrofi, quattro farmacie, tre chiese e diciassette cappelle, ben 5.187 catecumeni e 1.142 battezzati. Numeri che nel 1928 avevano indotto Pio XI a erigere la missione di Hingan, estesa su un territorio di 25mila chilometri quadrati con circa due milioni di abitanti, in Prefettura Apostolica e nominare fra Giovanni primo prefetto apostolico, con dignità vescovile.

Fra’ Bernardino Permuti, uno dei missionari del primo gruppo, ricorda così padre Soggiu: «Era il religioso e il missionario ideale, pastore prudente, saggio, dotto e santo». «È impossibile – scrive fra’ Giuseppe Simbula – riassumere in poche righe l’azione svolta da fra Giovanni Soggiu nei cinque anni trascorsi in Cina e culminati nel martirio». Il frate di Norbello nell’ottobre 1930 sintetizza così i suoi programmi: «Non sappiamo che cosa il Signore permetterà in un più o meno prossimo futuro. Qualunque cosa capiti siamo nelle mani di Dio, cui ci assoggettiamo in tutto e per tutto». Padre Soggiu lascia spesso la sede di Hingan per visitare le comunità sparse in un territorio vasto come la Sardegna. Il 12 novembre 1930, mentre rientra da una delle sue missioni, viene aggredito da una banda di briganti che cercano soldi. Ucciso e sepolto in una buca con due dei suoi quattro accompagnatori, quelli cristiani; gli altri non ancora battezzati vengono risparmiati. Un fatto che lascia pensare che anche l’odio religioso abbia mosso la mano dei banditi.

Nel 2001 i frati conventuali della Sardegna chiedono al Ministro generale di iniziare la causa di beatificazione del frate di Norbello. Nel 2002 la Congregazione per le cause dei santi autorizza l’arcivescovo di Oristano Pier Giuliano Tiddia a introdurre la causa e il 14 settembre del 2004 viene firmato il relativo decreto diocesano. Dopo alcuni anni di lavoro e di raccolta di documentazione, il processo si è fermato. I frati hanno difficoltà a trovare in Cina testimonianze storiche e perfino la tomba dove è sepolto padre Giovanni Soggiu.

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