Scuola, sindaci contro sull’istituto globale: «Metodi feudali, proposta inaccettabile»
Scano Montiferro ribatte all’idea avanzata da Bosa sulle autonomie scolastiche
Scano Montiferro La proposta avanzata dal sindaco di Bosa, Alfonso Marras, di far nascere un istituto globale che unisca il comprensivo e l’istituto superiore sotto un’unica dirigenza, idea con cui si mira a garantire autonomia gestionale e continuità formativa, ha subito una netta bocciatura da parte dei comuni limitrofi. La decisione è emersa al termine di un’assemblea dell’Unione dei Comuni della Planargia, dove il progetto di Bosa è stato respinto con toni durissimi, in particolare dal sindaco di Scano Montiferro. La proposta di Bosa era nata partendo dalle considerazioni sull’isolamento della zona e da una contingente necessità amministrativa, data la reggenza dell’istituto comprensivo per l’assenza prolungata del dirigente titolare. Il sindaco Alfonso Marras aveva motivato l’iniziativa affermando che l’attuale assetto «non basta più» e che «il continuo cambiamento al vertice ha generato instabilità e discontinuità».
L’obiettivo era creare un polo scolastico unico, sulla falsariga di quanto richiesto da tempo anche dal sindaco di Ghilarza, Stefano Licheri, che mira a un globale per ripristinare l’autonomia ad Abbasanta. Tuttavia, l’approccio di Bosa è stato contestato in maniera frontale. Il Comune di Scano Montiferro, pur non facendo più parte dell’Unione della Planargia, è stato convocato e il sindaco Antonio Flore Motzo, ha denunciato quello che considera un vizio di forma e di metodo da parte della città del Temo. Ha criticato aspramente il metodo, evidenziando che Bosa ha deliberato «in solitaria – in giunta tra l’altro, pur essendo la tematica una prerogativa consiliare – senza nessun accordo previo con le comunità politiche dell’istituto comprensivo». Approccio che Motzo definisce «di marca feudale» da parte di chi «da sempre, considera il territorio limitrofo come la propria riserva di caccia, uno spazio amorfo e privo di dignità». Un atteggiamento, ha ricordato, che aveva già spinto Scano Montiferro ad abbandonare l’Unione dei Comuni in tempi passati.
Il Comune di Scano, unitamente alla maggioranza degli amministratori riuniti, ha difeso l’autonomia dell’attuale polo scolastico diffuso Montiferru–Planargia: «La creazione di un moloc di questa portata, oltre che tecnicamente ingestibile, parto evidente di chi non conosce la scuola, porterebbe di fatto al commissariamento dell’istituto comprensivo, al deterioramento della qualità dell’offerta formativa, alla perdita di posti di lavoro». La posizione emersa dal consiglio comunale è chiara: «Per tutelare i paesi, oggi, bisogna uscire dai paesi e fare rete. Da soli si muore. Solo un territorio che dialoga e collabora può essere capace di resistere alle tendenze accentratrici di chi è convinto di essere un po’ più grosso degli altri», ha proseguito il sindaco di Scano, certificando di fatto la bocciatura della proposta unitaria.
La bocciatura della proposta del Comune di Bosa da parte degli amministratori della Planargia non è un fatto isolato. Già durante la conferenza provinciale per il dimensionamento scolastico, tenuta a Oristano, non tutti i sindacati si erano espressi a favore del polo unico, come anche i consiglieri provinciali del Campo largo che l’avevano definita: «Una scelta che accentua la logica dei tagli e va nella direzione opposta rispetto a una scuola di qualità». Il dibattito sulla nuova configurazione scolastica del territorio è destinato a proseguire, ma dopo il «no» dei Comuni, la strada per il polo globale unico appare ancora più fortemente in salita.
