Strage di motociclisti: chiesta l’archiviazione per l’automobilista, ma è scontro tra perizie
Il 6 luglio 2024 morirono tre centauri nella strada tra Paulilatino e Ula Tirso
Paulilatino La colpa sarebbe sulle spalle di chi non c’è più e chi non c’è più non può essere accusato. Di fronte all’esito della consulenza richiesta dopo la tragedia, la procura arriva alla conclusione che il caso dell’incidente avvenuto sulla strada provinciale 11, che da Paulilatino porta alla vecchia diga Santa Chiara sull’Omodeo in cui morirono tre motociclisti, è da archiviare. Il passo procedurale del pubblico ministero Paolo De Falco non trova però d’accordo i familiari dell’unica persona a cui attribuisce la responsabilità dello schianto, familiari che hanno quindi deciso di presentare opposizione al decreto di archiviazione. Il caso arriverà in aula il 29 gennaio e sarà la giudice per le indagini preliminari Federica Fulgheri a esaminarlo riportando il calendario indietro sino alla tarda mattinata del 6 luglio 2024. Quel giorno, su quella lingua di asfalto, persero la vita il trentenne Roberto Daga, paulese d’adozione originario di Macomer, il ventisettenne Mario Sedda, operaio edile che a Paulilatino oltre che viverci ci era nato, e il loro amico Giovanni Melis, trentaduenne di Gadoni che qualche tempo prima si era trasferito ad Abbasanta. Era un sabato e insieme ai tre era andato a fare un giro tra i tornanti dell’Alto Oristanese anche un quarto motociclista, il loro amico Ivano Saba, unico superstite della tragedia. Paulilatino era lì davanti, al termine di un rettilineo e di una serie di dossi che avrebbero segnato anche la fine dell’escursione tra paesaggi meravigliosi e voglia di evasione. A circa tre chilometri dall’ingresso del paese, la moto condotta da Giovanni Melis, che si trovava in testa al piccolo gruppo su due ruote, urtò contro l’auto guidata da Carlo Masala.
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