La Nuova Sardegna

Chimica, Sardegna pronta alla rivolta

Filippo Peretti
Chimica, Sardegna pronta alla rivolta

Oggi l'incontro decisivo: retromarcia dell'Eni o rottura

22 luglio 2009
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Gli impianti non chiuderanno e nessun dipendente finirà in cassa integrazione. Sono questi i principali risultati,accolti con soddisfazione da Sardegna e sindacati, del tavolo sulla chimica di Porto Torres, tenutosi oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del ministro, Claudio Scajola, del numero uno di Eni, Paolo Scaroni, e del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. E' un risultato - ha commentato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - che ha permesso di salvare molti posti di lavoro in Sardegna. Nei giorni scorsi si erano rincorse diverse indiscrezioni su un'imminente chiusura degli stabilimenti, puntualmente smentite dall'Eni che si è limitata a parlare di una fermata temporanea, dettata dall'eccesso di scorte. Nessuno stop, invece, ma, su proposta di Scajola, un piano di manutenzione degli impianti che, a rotazione fino al 30 settembre, preveda la fermata temporanea di singole produzioni, anche al fine di ridurre le giacenze in magazzino. Al termine della manutenzione, che, come ha sottolineato il ministro, non prevede alcun ricorso alla cassa integrazione, parte un tavolo di confronto per discutere il piano di Eni per la Regione Sardegna. Un piano che potrebbe portare anche alla conversione dell'impianto di 'cracking' (che produce gli idrocarburi) in una centrale a carbone per la produzione di energia elettrica, contro la quale si è comunque schierato il presidente della Regione. Cappellacci si è quindi detto soddisfatto dell'accordo raggiunto, ricordando che c'è ancora da lavorare per il mantenimento del sito produttivo e formulando un particolare ringraziamento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che mi è stato vicino per tutto il tempo, chiamandomi per tre volte per assicurarsi di come stesse procedendo la trattativa. Commenti positivi anche da parte dei sindacati, con Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil, che ha parlato di un risultato importante per il mancato stop agli impianti e di uno straordinario rappresentato dalla conferma dell'Eni che investire ancora nella chimica. Per Paolo Pirani della Uil, il risultato di oggi conferma la validità di una linea del sindacato che fa della fermezza e della cooperazione la via principale per costruire soluzioni positive. Meno confortante l'analisi di Cristina Ricci, segretario confederale Ugl: in merito alla possibilità che l'accordo raggiunto rappresenti solo un rinvio dei termini per la chiusura degli impianti, ha spiegato che il timore c'è sempre, fino a quando non vedremo il ripristino della produzione esistente, la presentazione di un piano industriale e gli investimenti di Eni compresi nell'accordo di programma
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