La Nuova Sardegna

Don Muntoni ucciso perché sfidò il racket

Valeria Gianoglio
Don Muntoni ucciso perché sfidò il racket

La pista delle estorsioni emerge dopo 11 anni con l'inchiesta sul duplice omicidio Mattana

10 ottobre 2009
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ORGOSOLO - È spuntata fuori a furor di popolo dopo dieci anni di silenzio profondo e solo uno - l'ultimo - di voci sottili ma insistenti. È una pista precisa per un omicidio che nessuno ha mai dimenticato, commesso 11 anni fa, alla vigilia di Natale, in un vicolo di Orgosolo.
C'è uno sfondo: il racket. C'è una vittima: don Graziano Muntoni. Ci sono alcuni nomi che si rincorrono come potenziali killer. Nomi che legano per la prima volta l'omicidio del sacerdote, a una ipotesi sinora sfiorata solo di striscio, dagli investigatori.

Don Graziano potrebbe essere stato ucciso perché sapeva delle estorsioni e magari ne aveva parlato con la persona sbagliata. Potrebbe essere stato ammazzato per aver cercato di redimere una pecorella smarrita, impelagata nel racket. Succede anche questo, nei paesi della Barbagia: che un'inchiesta arrivata a un punto morto perché nessuno parla e perché molti hanno paura, all'improvviso si riaccenda anche a colpi di chiacchiera.
La svolta. La svolta, e forse non è un caso, arriva circa un anno e mezzo fa, dopo l'omicidio dei fratelli Egidio e Salvatore Mattana, uccisi il 4 gennaio 2008, sei giorni dopo il sindacalista Peppino Marotto. A Orgosolo l'aria è pesantissima, la gente onesta affida la propria rabbia ai giornali, la sfoga nel corso di incontri pubblici e manifestazioni.

Chi è credente la sublima nel silenzio della chiesa. Gli inquirenti, dal canto loro, scendono in campo in forze. Tre omicidi nell'arco di sei giorni formano una catena di sangue come non la si vede da tempo. Si parla subito di un collegamento tra il duplice delitto dei Mattana e l'omicidio Marotto. Una sorta di risposta immediata che la mala locale dà alla morte del sindacalista. Ma in nome di chi e per quale motivo, nessuno lo sa.
C'è anche chi pensa che qualcuno abbia voluto approfittare della situazione per sviare gli investigatori. In questo scenario, la morte dei due fratelli è una vendetta legata ai loro presunti traffici poco puliti. Alcune persone vengono sottoposte allo stub e dunque iscritte nel registro degli indagati, ma poi finisce tutto in una bolla di sapone.

Mancano riscontri precisi, mancano soprattutto testimoni, segnalazioni, voci. Nessuno va in commissariato, né si presenta in caserma per dire alcunché. Tutti tacciono, almeno nelle cosiddette sedi opportune.
Eppure il paese comincia a parlare e lo fa a modo suo. Lo sussurra nei bar, lo ripete dentro le case, lo racconta in strada ma al riparo da orecchie indiscrete. È una di quelle storie che tutti sanno ma che nessuno ha il coraggio di denunciare in modo ufficiale. Una storia sulla quale, da un po' di tempo, si stanno concentrando nel silenzio più assoluto anche gli investigatori. Questa storia parte proprio dal duplice delitto dei Mattana. Una certa parte di orgolesi li vede coinvolti in giri loschi e non è un segreto. Ma gli stessi inquirenti, mettendo mano a vecchi fascicoli di indagine, vedono che il loro nome, e in particolare quello di Salvatore, salta fuori più volte in diverse inchieste aperte su casi di estorsione. Alcune denunce - che tuttavia non fanno riferimento ad alcun nome - arrivano anche da Mamoiada.

Certo è che a Orgosolo ci sono diverse persone che sostengono di aver sborsato quantità consistenti di denaro per evitare problemi. Ovili incendiati, bestiame fatto sparire nel nulla, spari o forse anche peggio.
Don Muntoni. Nessuno sporge denuncia, ma molti sanno e la cosa arriva anche alle orecchie delle forze dell'ordine. Ma c'è una voce, più di tutte, che fa drizzare le orecchie agli inquirenti e che rianima in questi mesi una inchiesta difficile: quella sulla morte di don Graziano Muntoni. Ucciso alla vigilia del Natale '98, in un viottolo di Orgosolo. Ebbene, secondo questa nuova pista di indagine, don Muntoni potrebbe essere stato ucciso per aver pagato, a carissimo prezzo, il suo eroico tentativo di fermare il giro di estorsioni che si stava allargando a macchia d'olio.
Ucciso per aver detto una parola di troppo alla persona sbagliata. Ucciso per aver provato a salvare un paese che ha sempre amato dal profondo. Un paese che non lo ha mai dimenticato.
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