La Nuova Sardegna

Morittu: assalto all’eolico nei nove mesi della giunta di Masala e Cappellacci

Roberto Morini
Morittu: assalto all’eolico nei nove mesi della giunta di Masala e Cappellacci

Caterina Pes: il doppio gioco del governatore potrebbe riguardare anche le centrali nucleari Mario Floris: il presidente fornirà certamente tutti i chiarimenti richiesti

10 maggio 2010
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SASSARI. «A partire dal 2000, allettati dagli incentivi lanciati dal governo, sbarcarono nell’isola i mediatori che opzionarono tutti i terreni ventosi con qualche soldo ai proprietari e promesse di un futuro di affari ai Comuni». Inizia così la ricostruzione di Cicito Morittu dell’affaire eolico.

«Fu come con le chiudende - prosegue l’assessore all’Ambiente della giunta Soru - una corsa a impadronirsi di terreni appetibili. Poi, nei nove mesi della giunta Masala-Cappellacci, tra il settembre del 2003 e il maggio del 2004, ci fu il secondo assalto da parte dei padroni del vento con le richieste di autorizzazione che piovvero sulla Regione». In realtà in quei mesi furono almeno nove le valutazioni di impatto ambientale di impianti eolici passate con esito positivo, oltre ad almeno tre autorizzazioni paesaggistiche.

Sulla scia delle denunce fatte dal suo ex governatore nell’intervista alla Nuova, Morittu decide di scendere in campo nella guerra delle energie rinnovabili, su un terreno reso impervio dalle inchieste della magistratura e dal duro scontro politico che quelle indagini hanno provocato, con quattro indagati tra cui il coordinatore nazionale del Pdl Loris Verdini e il discusso finanziere di Torralba Flavio Carboni, oltre al direttore generale dell’Arpas Ignazio Farris e al consigliere provinciale del Sulcis, legato allo stesso Carboni, Pinello Cossu. E con altri che nel frattempo potrebbero essere stati iscritti dalla Procura di Roma sul registro degli indagati anche solo per atto dovuto, per poter compiere cioè atti d’inchiesta come le recenti acquisizioni di documenti informatici contenuti nelle memorie dei computer di dirigenti della Regione e del Comune di Porto Torres.

Morittu non ha dubbi: «L’assalto avvenne prima che si insediasse la giunta Soru. Già nel 2003, con la giunta Pili, fu l’opposizione di centrosinistra a presentare e votare l’emendamento che che rendeva obbligatoria la valutazione di impatto ambientale per gli impianti eolici. E per il resto lo stesso Soru ha detto alla Nuova che con lui alla Regione persone come Carboni non si sarebbero mai avvicinate agli uffici cagliaritani. E io aggiungo che in quel periodo, quando ero assessore, non ho mai avuto la sensazione di pressioni di affaristi. Pressioni politiche, del resto più che lecite, sì, come quelle di Greenpeace e di altre associazioni ambientaliste, che volevano maggiori liberalizzazioni, mentre noi avevamo fissato regole molto rigide». Un gruppo imprenditoriale lo incontrò anche lui. Ricorda oggi Morittu: «Mi chiamò Roberto Schirru, consigliere comunale a Sassari, e mi chiese di incontrare alcuni dirigenti del gruppo Falk. È un gruppo molto serio e accettai di parlarci. Ma solo per dire loro che, nonostante avessero superato la Valutazione di impatto ambientale, approvata dalla giunta Masala, le nuove regole erano chiare: niente impianti fuori dalle zone industriali. I dirigenti della Regione allora erano motivati, andavano con decisione ad affrontare le battaglie legali quando c’erano. La linea era chiara».

E ora? «Ora - afferma Morittu - la situazione è confusa. All’interno del centrodestra, come dimostrano i duri attacchi di Mauro Pili a Cappellacci, ci sono due gruppi contrapposti. Le nuove linee guida non sono per niente chiare, come non è affatto chiaro il ruolo della futura agenzia Sardegna Energia, che, se nascerà, ha molte probabilità di essere subito cancellata dalla Corte costituzionale e dall’Unione europea. E questa grande confusione avviene nel momento del maggiore attacco, quando stanno per scadere gli incentivi, che dal primo gennaio del 2011 dovrebbero essere notevolmente ridotti, e mentre Terna potrebbe aumentare il tetto di energia producibile nell’isola con il raddoppio del Sapei, il cavo che ci collega alla terraferma». Un assalto che per Morittu ha protagonisti evidenti: «Quel mondo degli affari poco chiari - spiega - che è tornato allo scoperto quando è caduta la giunta Soru. Un mondo degli affari che, dopo la scoperta che tra i protagonisti c’erano personaggi come Carboni e Verdini, evidentemente ha legami stretti con la massoneria».

E, per dimostrare che Soru non è solo, che sulla scia delle inchieste della magistratura anche l’opposizione di centrosinistra sta cominciando a muoversi, sulla vicenda interviene anche Caterina Pes, deputato del Pd, ricordando l’assalto all’isola dei primi anni Duemila consentito da «contrattazioni asimmetriche tra giganti industriali e piccoli Comuni, dai perenni conti in rosso», ricordano lo stop di Soru e denunciando le scelte di Cappellacci «che nelle pubbliche dichiarazioni si schiera contro l’eolico per poi far cadere di fatto tutti i vincoli posti dalla giunta Soru».

Pes ricorda anche che il caso off-shore è tutt’altro che chiuso: «Perché - si chiede - la maggior parte dei colleghi del Pdl, sardi e sostenitori della giunta Cappellacci, hanno votato a favore della legge che delega al ministero dell’Ambiente l’autorizzazione dei parchi eolici off-shore, scippando tale potestà alle Regioni e alle amministrazioni locali?» Il deputato Pd conclude con un allerta: «È necessario vigilare affinché questo doppiogiochismo utilizzato sul fronte eolico non sia declinato in parallelo anche sul fronte nucleare». Proprio a proposito del nucleare in Sardegna Cappellacci aveva detto: dovranno passare sul mio corpo. «Siamo sicuri che non ci siano già passati?» si chiede Caterina Pes.

E a proposito di episodi che segnerebbero una contiguità tra il governatore Cappellacci e personaggi indagati come Carboni e Verdini, incontri che emergerebbero dall’inchiesta della Procura di Roma e che i protagonisti non hanno smentito, il leader dell’Uds Mario Floris rivolge un appello al centrodestra, ribadendo che «il garantismo non è un optional, ma va praticato sempre e per tutti». «Siamo sicuri - dice Floris - che il presidente Cappellacci saprà fornire tutti i chiarimenti richiesti. Il dato più importante l’ha già ricordato: la giunta da lui guidata non ha rilasciato dall’inizio della legislatura nessuna autorizzazione per impianti eolici. Questi sono i fatti. Il resto sono strumentalizzazioni che respingiamo al mittente. Il garantismo non è un optional, ma va praticato sempre e per tutti».
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