La Nuova Sardegna

Cappellacci "licenzia" l'assessore all'Agricoltura Prato

Cappellacci "licenzia" l'assessore all'Agricoltura Prato

Le oltre tremila firme di sostegno non sono servite a far cambiare idea al presidente della Regione Ugo Cappellacci: Andrea Prato non è più da ieri sera l’assessore regionale all’Agricoltura

08 marzo 2011
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CAGLIARI. Alla quarta spallata, non ha retto. Dalle 20 di ieri Andrea Prato non è più l'assessore tecnico all'agricoltura della giunta Cappellacci. Il governatore gli ha revocato l'incarico con una telefonata. Ma lui lo sapeva già da un amico. Il nuovo assessore è Mariano Contu del Pdl. Coldiretti è stata tra le prime organizzazioni a salutare il nuovo assessore spronandolo a rilanciare il settore. Intanto però Cappellacci ha subito trovato un nuovo ruolo per Prato: coordinerà il progetto Sardegna CO2.0 per l'abbattimento delle emissioni inquinanti nell'Isola.
L'addio a Prato era maturato in fretta, ieri.

Proprio l'amico di chi era ormai un ex assessore seppure da pochi minuti, gli ha confidato al telefono: «Andrea, questa volta non c'è stato nulla da fare». Prato è stato colpito e affondato solo dal fuoco amico, quello del Pdl cagliaritano, con in testa la corrente del parlamentare Salvatore Cicu. È stato questo gruppo a ottenere dopo quattro tentativi andati a vuoto, la testa dell'unico tecnico che dal 2009, prima giunta Cappellacci, quella zeppa di esterni, era riuscito a resistere a tutti i ribaltoni imposti da un centrodestra sempre sull'orlo di una crisi e non solo nervosa.

Esce dunque Prato, entra Mariano Contu, attuale presidente della commissione Agricoltura in consiglio regionale e ventiseisimo assessore dell'era Cappellacci. Era lui da mesi il candidato designato dalla corrente campidanese del Pdl, che con l'approssimarsi delle elezioni comunali e in piena trattativa per le liste ha chiuso la partita. Fronte sostenuto dalla Coldiretti e da gran parte della Cia, le due associazioni nemiche giurate di Prato sin da novembre dell'anno scorso, quando il consiglio regionale discuteva la legge "salva-agricoltura" approvata fra molti mugugni dal centrodestra.

All'ultima spallata non ha retto neanche Cappellacci, che finora - spesso con le unghie - era riuscito a difendere Prato fino a rendere inspiegabile, nei corridoi, il perché di "tanto attaccamento a un tecnico che tutti sanno persino legato da amicizia personale all'ex ministro leghista Luca Zaia", era questa una delle tante bordate sparate contro la coppia Cappellacci-Prato fortificatasi dal 2010 in poi, l'anno caldo delle manifestazioni in piazza dei pastori.

Ma ieri promeriggio anche il presidente si è arreso dopo il tentativo di evitare un possibile rimorso con la richiesta delle dimissioni (respinta dal diretto interessato) proposta per interposta persona al suo quasi ex assessore di fiducia. All'improvviso la situazione è precipitata. Dopo aver ricevuto in tarda mattinata il comitato spontaneo «Pro Prato», dopo aver riletto il lungo elenco delle altre associazioni agricole che tra venerdì e sabato si erano schierate a favore del pericolante Prato, dopo aver dato anche uno sguardo alle pagine Facebook tirate su in pochi giorni dai simpatizzanti dell'assessore in bilico, nel tardo pomeriggio Cappellacci è crollato.

Messo di nuovo sotto pressione dal vice-coordinatore regionale Settimo Nizzi, a sua volta tirato per la giacchetta dalla corrente di Cicu, alle 20 meno qualcosa ha chinato la testa. Dev'essere avvenuto, come detto, tutto in fretta, tanto che Cappellacci o qualcuno del suo entourage più stretto non sono stati neanche i primi a comunicare la notizia del licenziamento all'ex pupillo. Il presidente è arrivato secondo, battuto in volata dall'amico di Prato, che era stato più tempestivo e certo meno imbarazzato.

Cappellacci ha cercato di rimediare a quello che poteva sembrare uno sgarbo, e lo era, con una mail entrata in rete alle 21.14. Ecco il testo del comunicato: «Desidero rivolgere - scrive Cappellacci - un ringraziamento sentito all'assessore Prato per la professionalità, la lealtà e la passione con cui ha svolto il suo ruolo, affrontando con coraggio i problemi del mondo agro-pastorale e bene interpretando la politica del dialogo in mezzo alla gente e della partecipazione».

Solo i muri di Villa Devoto, un domani, potranno svelare quanto in queste parole ci sia davvero di sentito, oppure c'è soltanto circostanza. Chi sta vicino al presidente opta per la prima versione e si lascia sfuggire: «Dopo un primo anno difficile, i due avevano legato bene», dando così sostanza a quel quadretto da libro cuore messo alla berlina da chi voleva invece l'agricoltura. Sta di fatto che Cappellacci pare non voglia rinunciare del tutto a Prato.

Nella parte finale della mail, ha scritto: «La sua collaborazione e il suo prezioso contributo al nostro impegno per la Sardegna proseguiranno presto in una nuova veste». Quale? È un mistero. Restano le ultime frasi di Andrea Prato pronunciate alle 11.30 nella conferenza stampa per i contributi a favore del benessere animale. «Sono a disposizione di chi mi ha conferito l'incarico. Sono pronto a ritirarmi in buon ordine». Lo hanno preso di parola.

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