La Nuova Sardegna

Pino e gli Anticorpi: "L'importante è rimettersi in gioco"

Andrea Sini
In scena Pino e gli Anticorpi
In scena Pino e gli Anticorpi

Grande successo per il doppio spettacolo sassarese

04 giugno 2011
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non temono le sfide e la necessità di cambiarsi spesso d'abito. Non hanno paura neppure del giudizio di un pubblico - quello della loro città - che non è famoso per regalare applausi "a prescindere". Pino e gli Anticorpi a Sassari giocano in casa, ma le risate fragorose piovute giovedì sera al teatro Civico sono un termometro decisamente attendibile.

Il doppio spettacolo proposto dai cabarettisti sassaresi sul palco del Palazzo di Città ha ottenuto il doppio effetto sperato. Da una parte sono arrivate le conferme attese sulle potenzialità del nuovo spettacolo; dall'altra sono state archiviate ore di prezioso materiale video, che verrà utilizzato per produrre un dvd di prossima uscita.

Il titolo «Reboiled» in realtà dice tutto e niente di quello che bolle in pentola in casa di Michele Manca, Stefano Manca e Roberto Fara. Gli aggiornamenti nella scuola di teatro parigina che frequentano da tempo stanno portando i loro frutti e stavolta lo spettacolo prevedeva davvero di tutto. Dai monologhi agli sketch più collaudati, dai clown (una sperimentazione riuscitissima) ai vecchi, vecchissimi personaggi che hanno caratterizzato i primi anni di attività dell'attivissimo trio comico.

Così è sembrato quasi naturale risentire, dopo una vita, i surreali dialoghi tra i tossicomani Pedivella e Sandrino, che quindici anni fa facevano letteralmente ribaltare i fumosi locali underground sassaresi. Per non parlare delle imprese dello stralunato Cosimo, o di quelle di Pino la Lavatrice, personaggio cult partorito dalla genialità di Michele Manca, capace di distillare atteggiamenti e modi di dire del classico bullo sassarese di periferia. «Molti dei nostri personaggi erano nati da semplici barzellette - raccontano con candore Pino e gli Anticorpi - ma poi hanno iniziato a piacere, sono usciti dalla barzelletta e hanno iniziato a camminare con le loro gambe».

Poi c'è stata un'altra fase importante della loro evoluzione: gli stessi personaggi sono stati esportati. Sono stati in un certo senso italianizzati e dati in pasto a un pubblico universale, che ha mostrato di apprezzare parecchio. È stato probabilmente questo il momento in cui Pino e gli Anticorpi sono riusciti a fare il salto di qualità.

«Mettersi in gioco è fondamentale per crescere», dicono loro. E poi lo fanno sul serio. Così il pubblico del Civico ha riso senza sosta per ore, inondato di battute vecchie e nuove, perfettamente a suo agio davanti alle ultime "creature" e persino sorpreso di scoprire che i tempi sono maturi per risentire il vecchio pezzo dedicato al dizionario sassarese-italiano.

Materiale vintage, che sino a due giorni fa esisteva sono in qualche Vhs (oltre che nella memoria degli aficionados) e che ora, grazie anche all'aiuto in scena di Carlo Pieraccini e Bianca Lai, andrà a corredare il nuovo dvd di Pino e gli Anticorpi. Ora ci sarà da lavorare sul montaggio e sulla stagione degli spettacoli in piazza, ormai imminente. I tre cabarettisti, che dai problemi tecnici sul palco traggono linfa per le loro battute fulminanti, continuano a ridere come matti del loro trasformismo. Nel frattempo il pubblico "di casa", che applausi non ne regala a nessuno, riesce ancora a cadere dalle sedie per l'antico schetch della gita all'ippodromo.
In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative