La Nuova Sardegna

Mastino «bacchetta» Arbau

Gianluca Corsi
Efisio Arbau e un momento della Maratona (foto Gualà)
Efisio Arbau e un momento della Maratona (foto Gualà)

Università, il rettore: non possiamo abolire Sassari

08 settembre 2011
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 NUORO. «Quando qualcuno, una mattina, si sveglia e dice: "aboliamo un'università con 450 anni di storia e facciamo un ateneo unico sardo", ci sentiamo presi a calci in faccia». Stavolta però, a dare il calcio in faccia, è nientemeno che il rettore dell'università di Sassari, Attilio Mastino, intervenuto martedì sera nella seconda giornata della "Maratona del dialogo". Destinatario della sberla virtuale è il consigliere provinciale de La Base, Efisio Arbau, che la scorsa settimana, in occasione del dibattito pubblico organizzato da Radio Barbagia, aveva rilanciato sull'ateneo unico della Sardegna, con sedi e dipartimenti distribuiti nei territori in base alla loro vocazione socio-economica.  Una proposta irricevibile per il rettore di un ateneo che, proprio nell'anno dello storico anniversario, ha subito l'attacco della legge 240 del ministro Gelmini.  «Con la nuova norma - ha spiegato Mastino - Sassari passerà da trenta a dodici, tredici dipartimenti, mentre le facoltà saranno praticamente svuotate».  E un contesto legislativo così penalizzante fornisce al rettore la possibilità di chiarire una volta per tutte i dubbi sull'offerta formativa del polo barbaricino, scaturiti dal dibattito innescato dal consigliere comunale di opposizione Marcello Seddone. «Un dibattito stracco - ha commentato il rettore di Sassari -, ideologico, anche provinciale rispetto a quello maturato negli anni Novanta». Quando Mastino, assessore provinciale all'Ambiente a Nuoro, aveva vissuto in prima persona la stagione di grande fermento per la possibilità di portare l'università nelle zone interne.  «Con la legge attuale - ha chiarito Mastino - non era possibile ottenere di più per l'università nuorese, perché la norma impone il divieto di attivare o trasferire nuovi corsi in sedi differenti da quella legale dell'ateneo. Certo è che il nuovo corso triennale in Diritto delle amministrazioni e delle imprese pubbliche e private permetterà di attivare dottorati di ricerca post-laurea anche qui a Nuoro, oltre a una biblioteca specializzata di giurisprudenza e la prosecuzione dei master già avviati».  E sui costi della convenzione è tornato anche il commissario del Consorzio universitario, Caterina Loi, ricordando che la cifra comprende «tutte le spese possibili e immaginabili per la sostenibilità del nuovo corso, per tutto il periodo previsto dalla legge (16 anni). Spese che non riguardano solo la didattica, ma anche tutto il resto». E anche Attilio Mastino assicura che Sassari non è venuta in Barbagia per succhiare soldi, confermando la sua fiducia che da questo primo nucleo di offerta possa partire davvero un Terzo polo universitario nuorese, nonostante i limiti imposti dalla legge Gelmini. Un polo formativo non necessariamente destinato ai nuoresi, ma anzi vocato all'internazionalità e alla ricerca. Al preside della facoltà di Lettere, Aldo Maria Morace, è toccato il compito di presentare l'offerta nuorese del polo umanistico: due scuole di specializzazione per laureati, pressoché uniche in Italia, che partiranno a gennaio. Una in Beni demoetnoantropologici, legata ala presenza di Isre e Museo Man, l'altra in Beni archivistici e librari.
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