La Nuova Sardegna

Invito a palazzo, banche come musei per un giorno

Anna Sanna
Un momento della visita alla collezione della Banca di Sassari
Un momento della visita alla collezione della Banca di Sassari

Anche a Sassari aperte al pubblico le collezioni d'arte degli istituti

02 ottobre 2011
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SASSARI. I palazzi storici delle banche italiane sono custodi di un patrimonio artistico e culturale prezioso, quasi dei musei nel cuore delle città spesso però inaccessibili ai visitatori. Ieri a Sassari il Banco di Sardegna e la Banca di Sassari hanno svelato al pubblico i tesori racchiusi nei loro edifici più rappresentativi, in occasione della decima edizione della manifestazione «Invito a palazzo», organizzata dall'Associazione bancaria italiana (Abi), che ha coinvolto oltre novanta banche in cinquantadue città italiane.

La Banca di Sassari ha aperto per la prima volta alla cittadinanza la direzione generale di viale Mancini. Ad accogliere i visitatori nei giardini del palazzo, la mostra «Interno/esterno giorno», ideata dal L.E.M. (Laboratorio estetica moderna). Le diverse forme di espressione artistica utilizzate dagli artisti contemporanei hanno accompagnato lo spettatore all'interno dell'edificio, alla scoperta di una collezione d'arte e artigianato che abbraccia millenni di storia sarda. A partire da un'importante raccolta di monete sardo-puniche, passando per le antiche carte geografiche della Sardegna, fino alla luminosità dei manufatti di Piero Zedde. Ricchissima poi, la collezione di dipinti e sculture di una schiera di artisti tra i più rappresentativi del Novecento sardo: Mario Sironi, Mario Delitala, Costantino Nivola, Aligi Sassu, Giuseppe Biasi, Stanis Dessy, Pietro Antonio Manca, Carmelo Floris e tanti altri, compresi i contemporanei, da Maria Lai a Salvatore Garau.

Circa duecento pezzi che testimoniano tutto il fervore della creatività isolana. Come «Le donne che preparano il pane» di Mario Delitala, esposto nel 1956 alla Biennale di Venezia, o ancora «Cavalli e mito» di Aligi Sassu, dove immagine e epos si confondono con la fede, mentre nella sala della direzione generale la riscoperta dei valori familiari del bassorilievo «Famiglia protetta» di Francesco Ciusa si accompagna alla nostalgia di una Sardegna ancestrale nel bronzetto di Nivola «L'archeologo fortunato», realizzato dal'artista oranese nel 1987.

Il Banco di Sardegna, invece, ha rinnovato anche quest'anno l'invito a visitare il patrimonio di collezioni d'arte conservate nella sede della presidenza e della direzione. L'edificio storico, in piazzetta Banco di Sardegna, è stato terminato nel 1927 e ospita una grande raccolta dei più importanti artisti sardi della prima metà del secolo. Le suggestioni della Sardegna più profonda emergono nei 35 dipinti di Hèctor Nava, artista argentino in visita nell'isola negli anni Venti, mentre nella sala del consiglio campeggia la collezione Sironi, 42 opere dell'artista sassarese donate al Banco dall'erede universale Mimì Costa. Nella Sala Siglienti è stata poi inaugurata una mostra fotografica dedicata ai cinquant'anni della Dinamo, con immagini rare e curiosità.
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