La Nuova Sardegna

La darsena resta chiusa per altri 6 mesi

Pinuccio Saba
Il sindaco ha dovuto confermare l’interdizione della darsena a causa del benzene
Il sindaco ha dovuto confermare l’interdizione della darsena a causa del benzene

Confermate le tracce di benzene, l'area interdetta si estenderà oltre l'inceneritore

08 ottobre 2011
2 MINUTI DI LETTURA





 PORTO TORRES. Il sindaco Beniamino Scarpa ha reiterato l'ordinanza con la quale vieta l'accesso e ogni attività lavorativa nell'area adiacente la darsena servizi del porto industriale. Con quest'ordinanza, valida per altri sei mesi, viene inoltre leggermente ampliata l'area interdetta che arriva oltre i confini dell'Impresa Turritana, l'inceneritore che smaltisce i rifiuti provenienti dalle navi. Il provvedimento è stato assunto al termine della campagna di monitoraggio dell'Arpas che ha confermato la presenza di benzene in concentrazioni abnormi rispetto ai limiti di legge. Situazione che, tra l'altro, sembra destinata a peggiorare ulteriormente. I risultati del monitoraggio dell'Arpas, seppur riferiti alla sola atmosfera, confermano che la contaminazione è ancora alimentata dai prodotti provenienti dalle lavorazioni del petrolchimico. È vero che la Syndial si è impegnata ad analizzare i livelli di inquinamento e a intervenire sull'origine della contaminazione, ma finora l'unico risultato certo è che l'assessore provinciale all'Ambiente Paolo Denegri ha imposto alla società controllata dall'Eni di intervenire immediatamente, "senza se e senza ma".  Questo per evitare che la contaminazione possa ulteriormente estendersi. A poche decine metri dall'area interdetta sorge infatti un cantiere nautico (la Sna) ma poco più avanti inizia l'area portuale vera e propria, dove ormeggiano le navi della Grimaldi, i cargo e le gasiere.  Nessuno lo dice apertamente, ma c'è il timore che la contaminazione da benzene, ma anche altri idrocarburi e metalli pesanti, possa essere accertata anche in quelle aree portuali destinate sia al traffico passeggeri sia alla movimentazione delle merci.  L'interdizione di quelle aree significherebbe la chiusura del porto industriale e a quel punto sarebbe a rischio anche l'agibilità del pontile liquidi che ancora viene utilizzato dall'Eni per rifornire il deposito costiero di benzina, gasolio, olio combustibile e carburanti per aerei.  Oltre al problema ambientale, che stando agli ultimi dati forniti dall'Arpas e dall'Asl sembra avere proporzioni inimmaginabili, si rischerebbero decine di posti di lavoro in un comparto che negli ultimi mesi ha già pagato un pesante contributo alla crisi che si è abbattuta anche sul porto, con un consistente calo del traffico sia merci sia passeggeri. La cassa integrazione è ormai una realtà anche all'interno dell'area portuale, mentre si attende ancora una soluzione per le imprese "sfrattate" dalla darsena servizi per le quali erano state individuate le aree destinate a ospitarle ma che ancora non sono state messe a loro disposizione.
In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative