La Nuova Sardegna

Fiori, verdure e megawatt Ecco la serra fotovoltaica più grande del mondo

dall'inviato Umberto Aime
Fiori, verdure e megawatt Ecco la serra fotovoltaica più grande del mondo

01 dicembre 2011
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 VILLASOR. Più verde di così è impossibile. È l'energia della spianata di "Su Scioffu", sprigionata da centotrenta serre double-face. Sopra, sui tetti, cento operai spagnoli hanno avvitato novantamila pannelli di silicio, per acchiappare il sole e trasformarlo in megawatt: saranno venti subito, quaranta a regime, da vendere all'Enel. Sotto, dentro le serre, boccioli di rosa, zucchine, meloni e fragole in quantità, piantati e raccolti da quattro cooperative autoctone, che insieme all'azienda «Twelve», vorrebbero fatturare due milioni ogni anno. Intorno c'è una comunità invischiata da tempo nella crisi, carica com'è di disoccupati, all'inizio diffidente, che poi ha venduto i terreni e ora decisa nel portare a casa novanta nuove buste paga. Sono necessarie, indispensabili, per un mondo che ha conosciuto l'epopea dell'agricoltura, a «Su Scioffu» c'erano ettari e ettari coltivati a barbietola, poi crollato insieme alla demolizione dello zuccherificio, e oggi, alla soglia della recessione, voglioso di rivedere la luce. È proprio in questo mondo che ieri si è consumato il matrimonio forse perfetto, di certo ecosostenibile fra energia e agricoltura.  Sono stati in tre a volerlo, il parco. A cominciare dall'ingegnere cagliaritano Marcello Spano, che per tre anni ha trattato con due investitori fra i più insoliti per il mercato italiano: gli indiani della «Moser Baer Clean Energy» e la multinazionale americana «General Electric». I primi a New Delhi e dintorni, in Germania e Inghilterra sono leader nelle energie alternative, dall'idroelettrico al carbone, ma anche capaci di far soldi col sole, Dvd, Cd e film per le famiglie. La «General Electric» è più conosciuta: è un'eccellenza globale in tutto quello che significa tecnologia, trazione ibrida e riduzione del CO2, cioè l'anidride carbonica, ovvero il cancro del pianeta. «Mbcel», in Italia, è una novità assoluta, «General» a Roma ha una sua divisione, ma è la prima volta che spendono assieme dalle nostre parti, lo hanno fatto in Sardegna, a Villasor. Dopo aver detto sì a quell'ingegnere testardo, sul piatto hanno messo settanta milioni e realizzato in quattro mesi su ventisei ettari (sono trentasei campi di calcio) l'impianto misto serre-fotovoltaico più grande al mondo. È un record e inorgoglisce la gente del posto, che ha fatto la fila per essere presente al taglio del nastro, come fa un popolo nei giorni di festa. È uscito dalle case, per sentir parlare, in inglese con traduzione simultanea, Lalit Kumar Jain, amministratore delegato della «Moser Baer», di dollari, green economy e sviluppo innovativo. Oppure leggere su un foglio le dichiarazioni di Andrew Marsden, responsabile per l'Europa della «General», su «le nostre sfide legate a energia, efficienza e fabbisogno», che «in ogni parte del mondo dobbiamo vincere per lasciare qualcosa d'importante ai nostri figli». O ancora il loro sindaco - Walter Marongiu del Pd - augurarsi un'immediata ricaduta economica sul territorio, ma anche schietto nel mettere le mani avanti: «A Su Scioffu la nostra vigilanza sarà continua, perché c'è stato promesso che questo miracolo deve durare almeno vent'anni e nessuno di noi vuole risvegliarsi in un incubo. A noi è già successo con lo zuccherificio, siamo scottati e non vogliamo ricascarci». Per essere subito rassicurato da Marcello Spano, nel frattempo ingaggiato dagli indiani come responsabile di «Mbcel» per il Sud Europa: «Dobbiamo essere ottimisti - ha detto - qui c'è tutto per far bene adesso e in futuro. La nostra rete elettrica è già allacciata alla cabina di trasformazione fuori dal paese, dunque siamo vivi e operativi. Eppoi le cooperative entreranno presto in produzione e le zucchine di Su Scioffu le troverete sui banconi della grande distribuzione». È un percorso virtuoso, che sul palco ha trovato fra gli sponsor anche il coordinatore del progetto «Sardegna C02.0», cioè zero emissioni di anidride carbonica. Andrea Prato è stato vulcanico nell'affermare: «Tranquilli, cittadini, tranquilli. Da voi i pannelli sono stati montati sulle serre e dunque anche le serre dovranno produrre, se indiani e americani vogliono far soldi. Qui non accadrà quello che è successo in Puglia, dove i pannelli sono stati piazzati a terra, là sotto non cresce nulla e poi hanno devastato il territorio». A «Su Scioffu» non sarà così, è l'ultima promessa di Lalit Kumar e siccome gli indiani sono simpatici e ricchi, bisogna dar loro fiducia.  

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