Tamponi in mostra a New York
Marco Sedda
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Uno dei dipinti di Tamponi in mostra a New YorkIl pittore nuorese in una collettiva all'Agora Gallery
24 febbraio 2012
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NUORO. Il salto dalla Sardegna a Manhattan è notevole ma lo è ancor di più se da Nuoro si approda alla 25esima strada.
Alessandro Tamponi è un pittore nuorese ormai noto in tutta l'isola. Le sue opere sono facilmente identificabili: omini e donnine con i tratti forti, marcati e colorati, inequivocabili facce accigliate da sardo. Ma nel suo tratto quasi fumettistico e dalla forte personalità, c'è anche tanta ironia e una giusta dose di umorismo. Tamponi è stato invitato ad esporre nella «Agora Gallery», dal 1984 specializzata in arte contemporanea, ma anche editrice della rivista ARTisSpectrum Magazine e garante della galleria online Art Mine. Tamponi è l'unico italiano invitato a partecipare alla collettiva intitolata «Sensorial Perspectives», inaugurata il 10 febbraio e in mostra nel centro di New York sino al primo marzo.
Tamponi, 42 anni e una laurea in architettura presa a Roma, espone tre quadri: «Montagna», formato 80x120 che raffigura un ammasso informe di facce colorate, uomini in berritta e donne con il muccadore; «Ombrellone», un 110x70 che rappresenta una famiglia barbaricina, due uomini, due donne e due bambini rannicchiati sotto un ombrellone in spiaggia e accaldati perché vestiti di tutto punto; «Somelieurs», un 50x70 che immortala cinque uomini impegnati a cantare e con l'immancabile bicchiere di vino rosso in mano.
«È la seconda volta che vengo invitato negli Stati Uniti - dice Tamponi - ma negli ultimi anni ho anche esposto a Londra, in Svezia, in Russia, in Svizzera, in Canada e in Nuova Zelanda. Questa volta i critici della galleria hanno voluto tre miei quadri ispirati dalla realtà, da episodi di vita vissuta in Sardegna. Sono affascinati dal fatto che provengo da un'isola alla periferia del mondo. Ma devo dire che quasi tutti gli stranieri che mi contattano scelgono opere ispirate alla Sardegna: piacciono proprio i temi sardi e non hanno nessun probema a decodificarli».
Grazie a una serie di quindici ritratti di pastori gay, il suo nome è diventato famoso anche tra gli omosessuali: «Faccio ironia ma senza offendere nessuno - spiega - e forse piace proprio questo mio sdrammatizzare un mondo, quello pastorale, altrimenti noto solo per le sue asprezze».
Alessandro Tamponi è un pittore nuorese ormai noto in tutta l'isola. Le sue opere sono facilmente identificabili: omini e donnine con i tratti forti, marcati e colorati, inequivocabili facce accigliate da sardo. Ma nel suo tratto quasi fumettistico e dalla forte personalità, c'è anche tanta ironia e una giusta dose di umorismo. Tamponi è stato invitato ad esporre nella «Agora Gallery», dal 1984 specializzata in arte contemporanea, ma anche editrice della rivista ARTisSpectrum Magazine e garante della galleria online Art Mine. Tamponi è l'unico italiano invitato a partecipare alla collettiva intitolata «Sensorial Perspectives», inaugurata il 10 febbraio e in mostra nel centro di New York sino al primo marzo.
Tamponi, 42 anni e una laurea in architettura presa a Roma, espone tre quadri: «Montagna», formato 80x120 che raffigura un ammasso informe di facce colorate, uomini in berritta e donne con il muccadore; «Ombrellone», un 110x70 che rappresenta una famiglia barbaricina, due uomini, due donne e due bambini rannicchiati sotto un ombrellone in spiaggia e accaldati perché vestiti di tutto punto; «Somelieurs», un 50x70 che immortala cinque uomini impegnati a cantare e con l'immancabile bicchiere di vino rosso in mano.
«È la seconda volta che vengo invitato negli Stati Uniti - dice Tamponi - ma negli ultimi anni ho anche esposto a Londra, in Svezia, in Russia, in Svizzera, in Canada e in Nuova Zelanda. Questa volta i critici della galleria hanno voluto tre miei quadri ispirati dalla realtà, da episodi di vita vissuta in Sardegna. Sono affascinati dal fatto che provengo da un'isola alla periferia del mondo. Ma devo dire che quasi tutti gli stranieri che mi contattano scelgono opere ispirate alla Sardegna: piacciono proprio i temi sardi e non hanno nessun probema a decodificarli».
Grazie a una serie di quindici ritratti di pastori gay, il suo nome è diventato famoso anche tra gli omosessuali: «Faccio ironia ma senza offendere nessuno - spiega - e forse piace proprio questo mio sdrammatizzare un mondo, quello pastorale, altrimenti noto solo per le sue asprezze».